Vita Chiesa

Pasqua, messaggio del vescovo Roberto alla diocesi di Volterra: “La risurrezione di Gesù libera l’uomo dalla paura e ci apre alla speranza”

«Non abbiate paura, voi! So che cercate Cristo crocefisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto». Carissimi questo invito, che oggi il Santo Vangelo rivolge alle nostre menti e ai nostri cuori, sembra essere un invito che nessuno oggi ha ragionevolmente la forza di rivolgere all’uomo: «Non abbiate paura, voi!». Sono molti e gravi i motivi, i fatti che sembrano giustificare la paura per il presente e per il futuro e che spengono nel nostro cuore la sorgente della speranza. Tra i tanti motivi, personali e sociali, pensiamo alle guerre che non accennano a finire e che distruggono vite innocenti e devastano popolazioni inermi, pensiamo alle calamità naturali che generano morte e dolore e rendono precaria la vita di molte persone, pensiamo a quanti lasciano la loro terra in cerca di una vita migliore e incontrano la morte, pensiamo ai tanti giovani a cui non si offre più la possibilità di essere educati a vivere una vita buona. Dentro a questa situazione, la Chiesa ha la forza di dire: «non abbiate paura, voi!». Su che cosa fonda questo invito? Non sull’esigenza di un più forte impegno di tutti; non sull’uomo e la sua buona volontà. Lo fonda su un avvenimento: «è risorto, come aveva detto».

La resurrezione di Gesù ci fa il dono di sperare anche contro ogni evidenza contraria, perché la risurrezione di Gesù libera l’uomo dalla paura e ci apre alla speranza. La paura è l’esperienza che viviamo nell’imminenza di un male che non posiamo evitare; la speranza è la certezza di un bene futuro, ma che può essere raggiunto. E pertanto oggi l’invito della Chiesa ci raggiunge nell’inquieta e contraddittoria condizione che stiamo vivendo scendendo nella profondità del nostro cuore dove speranza e paura si scontrano in ogni momento. Cristo risorto è Colui che è penetrato, in un modo unico ed irripetibile, nel mistero delle nostre persone ed è entrato nel nostro cuore. Con la sua risurrezione Cristo ci ha donato la certezza che il bisogno di cui è impastata la nostra umanità, il bisogno di amare e di essere amato, il bisogno di un senso tale da impedirci di pensare di essere frutto del caso e in balia del potere, non è vano. Cristo entra nel nostro cuore e ci dona la certezza che le nostre domande ultime hanno un senso ed una risposta. «La donna che nessuno ama, l’uomo cui diagnosticano un cancro, il pensionato solitario sulla panchina, colui che – nella lucidità spietata del risveglio – guarda allo specchio sul suo volto i segni del tempo e si chiede che ci fa lì, che sarà di lui … Nessuno di costoro sarà mai consolato dal politico, dal sindacalista, dal sociologo» [E. Jonesco]: tutti abbiamo bisogno di essere liberati dalla paura del non senso di tutto, godendo della certezza che Lui il Risorto ci dona.

Ma Cristo entra nel nostro cuore in un modo ancora più profondo. Cristo risorto entra nel nostro cuore perché ci offre la possibilità di «appropriarci» della sua risurrezione, di «assimilarci» ad essa partecipandovi realmente. Ci è data la possibilità di far accadere nella nostra vita ciò che è accaduto in Cristo nel momento della sua risurrezione: la vittoria piena sulla nostra morte. Non solo veniamo liberati dall’oscurità circa il senso ultimo della nostra vita, ma veniamo rinnovati anche nella nostra capacità di generare, di plasmare la vita nella pienezza di quel bene, nella perfezione di quella beatitudine per cui noi ci sentiamo fatti.

Carissimi come possiamo prendere parte alla risurrezione di Cristo e in essa vincere tutte le nostre paure ed inquietudini?

Attraverso i «sacramenti pasquali» della santa Confessione e dell’Eucarestia. Sono essi che fanno rifluire su di noi la potenza della risurrezione del Signore e ci rendono partecipi della sua vita incorruttibile donando alla nostra libertà la capacità di realizzare nella sua piena verità il significato del vivere, del soffrire e del morire.

Buona Pasqua.

+ Roberto, Vescovo