Cultura & Società

Pasqua: Coldiretti-Ixè, “la colomba batte le uova di cioccolato, a tavola degli italiani in 7 case su 10”

La colomba stacca di sei punti percentuali il tradizionale dolce di cioccolata che non mancherà nel 63% delle case.

“Se negli acquisti pasquali in tempo di guerra si verifica dunque una preferenza per la colomba simbolo della pace – rileva Coldiretti –, va comunque sottolineato come la versione tradizionale del dolce si sia nel tempo arricchita di nuove versioni con variazioni che vedono l’uso di ingredienti agricoli e a km zero come i grani antichi, l’olio extravergine d’oliva, il melograno, i frutti di bosco, il miele”. “Se le uova di cioccolato devono cedere il passo alla colomba – continua Coldiretti – quelle vere restano le vere protagoniste della Pasqua spinte anche dagli ultimi studi che le riconoscono come un alimento sano, equilibrato e ‘taglia grassi’ adatto al controllo del peso di individui. Un uovo medio – viene sottolineato – contiene solo 78 kcal, ma il suo contenuto proteico elevato è pari a 6,5 grammi, ovvero il 13% del fabbisogno giornaliero di un adulto”.

“Le uova si qualificano inoltre come fonte di Vitamina A e B12; sono inoltre ricche di Vitamina D e contengono Colina, Fosforo, Selenio, Riboflavina, Acido Folico, Biotina e Iodio mentre una vera e propria leggenda metropolitana del tutto priva di basi scientifiche è quella – denuncia l’associazione – che le uova facciano male al fegato. Al contrario, questo tipo di alimento contiene sostanze utili per il buon funzionamento delle cellule epatiche, come gli aminoacidi epatoprotettori come metionina e colina e una sostanza come l’inositolo utile in particolare per chi soffre di fegato grasso”.

“Con le uova star della Pasqua – continua Coldiretti – diventa sempre più importante garantire la trasparenza ed è importante conoscere le informazioni del codice alfanumerico applicato sul guscio che riguardano provenienza dell’uovo e metodi allevamento adottato. Il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore”. A queste informazioni si aggiungono – evidenzia l’associazione – quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S)”.

Gli italiani consumeranno a Pasqua 350 milioni di uova, per una spesa di circa 135 milioni di euro grazie a una produzione quasi interamente Made in Italy proveniente da 40,5 milioni di galline presenti in circa 2.600 allevamenti italiani secondo elaborazioni Coldiretti su dai Unaitalia.