Vita Chiesa
Papa Francesco: “il sacramento della confessione non è per torturare, ma per dare pace”
“Una delle cose più belle di come ci accoglie Dio è la tenerezza dell’abbraccio che ci dà”, ha proseguito Francesco a braccio. Poi, rivolgendosi ai “miei fratelli confessori”, ha chiesto loro: “per favore, perdonate tutto, perdonate sempre, senza mettere il dito proprio nelle coscienze. Lasciate che la gente dica le sue cose e voi decidete quello con Gesù, con la carezza del vostro sguardo, con il silenzio della vostra confessione. Il sacramento della confessione non è per torturare, ma per dare pace. Perdonate tutto, come Dio perdonerà tutto a voi”. Alla fine, il Papa ha chiesto ai presenti di recitare insieme a lui di sussurrare, come il pubblicano: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore. Ripetiamolo: o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Quando mi dimentico di Te o ti trascuro, quando alla tua Parola antepongo le mie parole e quelle del mondo, quando presumo di essere giusto e disprezzo gli altri, quando chiacchiero degli altri, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Quando non mi prendo cura di chi mi sta accanto, quando sono indifferente a chi è povero e sofferente, debole o emarginato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per i peccati contro la vita, per la cattiva testimonianza che sporca il bel volto della Madre Chiesa, per i peccati contro il creato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per le mie falsità, le mie disonestà, la mia mancanza di trasparenza e legalità, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per i miei peccati nascosti, per il male che anche senza accorgermi ho procurato ad altri, per il bene che avrei potuto fare e non ho fatto, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Ripetiamo per qualche istante, col cuore pentito e fiducioso: o Dio, abbi pietà di me, peccatore. In questo atto di pentimento e di fiducia ci apriremo alla gioia del dono più grande: la misericordia di Dio”.