Toscana
Agriturismo, guerra agli abusivi
Anzi la normativa ribadisce l’obbligo della «principalità» delle attività agricole sull’attività agrituristica, con la novità che essa potrà essere dimostrata facendo riferimento a tre criteri alternativi, relativi al fatturato, alle ore di lavoro, oppure agli investimenti.
La nuova normativa agevolerà la possibilità di sviluppare l’agriturismo in quelle zone «montane e svantaggiate» che in alcuni casi sono rimaste fuori dal processo di sviluppo di questa attività: attività che finora si è frequemente attestata in prossimità delle città d’arte e dei territori più facilmente accessibili.
E offrirà anche migliori opportunità per diffondere una forma di ospitalità come l’agricampeggio, finora poco diffusa in Toscana. Per quanto riguarda la ristorazione, le novità non punteranno a liberalizzare questa attività, ma a disciplinarla e indirizzarla verso precisi obiettivi, quale la promozione dei cibi tradizionali e locali.
In particolare, è stata demandata ai Comuni la possibilità di individuare, all’interno di zone montane particolarmente svantaggiate e con carenza di esercizi di ristorazione, aree dove possono essere rilasciate autorizzazioni agrituristiche per la sola somministrazione di pasti, fino ad un massimo di 30 coperti a pasto