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Siria: Save the Children, dopo 12 anni guerra e il terremoto “paese sull’orlo del baratro”
A denunciarlo oggi è Save the Children che in un comunicato afferma che “Il terremoto del 6 febbraio e le scosse successive hanno colpito almeno 8,8 milioni di persone e costretto 50mila bambini a lasciare le proprie case. Già prima del sisma, più di 15 milioni di persone in tutta la Siria dipendevano dagli aiuti umanitari per soddisfare i loro bisogni primari e si stima ci fossero 1,9 milioni di sfollati nella sola Siria nord-occidentale, la maggior parte dei quali donne e bambini”. Nel 2023, si legge nel comunicato, la Siria è il paese con una delle più grandi crisi di sfollati a livello globale. Il conflitto ha portato a sfollamenti multipli, povertà diffusa e milioni di bambini siriani che hanno subito ripetuti shock, aggravati poi dai terremoti, che hanno costretto oltre 50mila bambini a lasciare le proprie case. L’organizzazione umanitaria parla di interi quartieri nel nord della Siria inagibili e di rifugi collettivi più sovraffollati che mai. Migliaia di famiglie vivono in edifici non finiti, insediamenti informali e tende improvvisate. Riscaldarsi è diventato ancora più difficile a causa della carenza di carburante ed elettricità. Le famiglie sfollate in Siria ricorrono sempre più a misure disperate per sopravvivere. Arrivano, infatti, numerose segnalazioni di bambini feriti da residuati bellici esplosivi mentre raccolgono legna da ardere.
“Per milioni di siriani, questa settimana segna l’inizio del tredicesimo anno di vita segnato dal conflitto e dagli sfollamenti, da un destino che non hanno mai scelto da soli. Ora i terremoti hanno terrorizzato i bambini che hanno paura del terreno su cui camminano e dei fragili muri che un tempo chiamavano casa. Quanto ancora possono sopportare i bambini siriani?” dichiara Kathryn Achilles, Direttrice Advocacy, Media e Comunicazione per la risposta di Save the Children in Siria. “Le bambine e i bambini siriani hanno mostrato una notevole resilienza negli ultimi 12 anni, ma ora basta. Non possiamo accontentarci di aiutare semplicemente i più piccoli a sopravvivere nelle tende o facendo affidamento sull’assistenza umanitaria. Dopo i terremoti, dobbiamo agire per aiutare i bambini a riprendersi” aggiunge Achilles che chiede “scuole sicure da frequentare per i bambini e un lavoro dignitoso per i loro genitori”. Richieste contenute nella campagna “Bambini sotto attacco”, attraverso la quale Save the Children sta sensibilizzando i governi e le organizzazioni internazionali affinché diano priorità alla protezione dei minori e al loro benessere. La campagna prevede una serie di iniziative tra le quali la diffusione della petizione “I bambini in guerra sono sotto attacco. Puniamo i crimini commessi contro di loro”, con la quale Save the Children chiede al Governo italiano di ascoltare seriamente i bambini vittime di gravi reati nei processi legali, di ampliare la giurisdizione universale per consentire di perseguire i responsabili di gravi violazioni dei loro diritti in qualsiasi parte del mondo, di documentare i crimini contro i minori e stanziare risorse per rafforzare i meccanismi esistenti.