Cultura & Società
Ricomincio da… Firenze. Ricordo di Massimo Troisi che domani avrebbe compiuto 70 anni
Introverso all’inverosimile, ci tiene a precisare che non è un emigrante ma un uomo che vuole conoscere il mondo. Nel capoluogo campano ha lasciato un padre speranzoso in un miracolo di san Gennaro che gli faccia ricrescere la mano amputata, gli amici di una vita e una casa dalla facciata puntellata dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980. Parte in autostop e viene accolto a bordo da un automobilista depresso che, in preda a una crisi, annuncia al suo passeggero l’intenzione di schiantarsi e farla finita. Gaetano riesce a convincerlo a desistere dall’insano gesto e lo accompagna al centro di igiene mentale dove lavora l’infermiera Marta. Alcuni giorni dopo, in compagnia dell’amico Frank, per le vie del centro di Firenze, Gaetano intravede la ragazza in lontananza. Finalmente può conoscerla ma non ha il coraggio di fermarla. Ed ecco il colpo di genio: decide di correre in senso contrario intorno al palazzo, in maniera tale da salutarla casualmente provenendo dall’altro lato. Giunto davanti alla ragazza l’esito sarà esilarante.
Gaetano, completamente in debito d’ossigeno, riuscirà a malapena a balbettare parte del proprio nome accompagnandolo con gesti impacciati delle mani e del volto. Siamo nel 1981 e chi è abbastanza grande da ricordarla ha capito che stiamo rievocando una divertentissima scena che rappresenta un passaggio fondamentale di Ricomincio da tre, il folgorante esordio cinematografico di Massimo Troisi. Quando decise di cimentarsi davanti e dietro la macchina da presa, Troisi aveva alle spalle una solida esperienza teatrale ed era già un personaggio televisivo affermato, lanciato da quella incredibile trasmissione che risponde al nome di Non Stop e che vide il debutto non soltanto della sua Smorfia (in compagnia di Lello Arena ed Enzo De Caro), ma anche di comici del calibro di Carlo Verdone, I Gatti di Vicolo Miracoli, I Giancattivi, Zuzzurro e Gaspare.
L’occasione per rievocare la figura dell’indimenticato attore napoletano è rappresentata dal 70° anniversario della sua nascita. Il 19 febbraio 1953, proprio come Gaetano, iniziava a San Giorgio a Cremano l’avventura terrena di quest’ennesima grande maschera napoletana che verrà stroncata a soli 41 anni da un attacco cardiaco il 4 giugno 1994 (lo stesso epilogo che 20 anni dopo toccherà in sorte all’amico Pino Daniele). Una morte improvvisa avvenuta pochi giorni dopo la conclusione delle riprese de Il postino che gli valse una candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista e che lo ha definitivamente consegnato all’immortalità riservata soltanto ai grandi artisti che ci hanno lasciato troppo presto. Da allora, non c’è giorno senza che in qualche trasmissione televisiva o in qualche performance attoriale non si citi una frase che lo riguarda, un aneddoto che lo contraddistingue.
Perché Troisi è un artista presente, come pochi, ben oltre il suo tempo di vita. Intanto, mentre appuntamenti editoriali e cinematografici (tra cui il documentario Il mio amico Massimo di Alessandro Bencivenga) celebrano il suo anniversario, rievocare le riprese e l’uscita di Ricomincio da tre rappresenta anche riandare con la memoria ad un fortunato sodalizio che lega indissolubilmente Troisi alla città di Firenze. La pellicola non soltanto è ambientata nel capoluogo toscano ma è intrisa di quella atmosfera fiorentina che bene si intreccia con la filosofia partenopea che l’attore-regista sapeva incarnare. L’enorme successo che il film riscosse fu sicuramente dovuto all’irresistibile comicità dell’attore, ma non da meno furono le quinte fiorentine che accompagnarono molte scene.
E così, mentre la casa della zia Antonia si trovava all’angolo tra via San Miniato e via San Niccolò in Oltrarno, una piazza Duomo trafficata faceva da sfondo al già citato incontro con Marta (Fiorenza Marchegiani), le Rampe del Poggi sotto piazzale Michelangelo accolsero la divertente attesa di una corriera, così come sul Ponte Santa Trinita Gaetano arrivava a bordo di una bicicletta da prestare all’amico Lello (Lello Arena) il quale, non sapendoci andare, finirà malconcio in ospedale. Ricomincio da tre fu un successo clamoroso: maggiore incasso dell’annata cinematografica 1981, si aggiudicò due David di Donatello (miglior film e miglior attore protagonista), quattro Nastri d’Argento e due Globi d’oro. E tra i tanti attori coinvolti nella pellicola, indimenticabile fu la presenza del livornese Marco Messeri, il matto della casa di cura dove lavora Marta, l’amore di Gaetano.
Irresistibile la scena ambientata in una sala ricreativa con gli alberi dipinti sulle pareti, dove Messeri guarda nel vuoto: il timido Gaetano si siede accanto a lui e da quel momento il giovane napoletano viene trascinato da quella persona folle in un esilarante botta e risposta divenuto un cult del cinema italiano. Il livornese Marco Messeri collaborerà con l’attore-regista napoletano anche in Morto Troisi, viva Troisi!, Le vie del signore sono finite e Pensavo fosse amore… invece era un calesse, inserendosi nel solco della tradizione che elegge la città labronica la più capace nel saper incarnare l’inconfondibile spirito partenopeo.