Toscana

Prato ha premiato il «bello e il buono» del tessile. Questa mattina la cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano

Una misura specifica di tutela del tessile, come quella dei prodotti agroalimentari, che assicuri una «garanzia di qualità legata proprio alla tradizione, tutta da preservare» del distretto industriale di Prato. Lo ha proposto il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, in un messaggio inviato in occasione della cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano, giunto alla sua tredicesima edizione. Il Ministro, dopo essersi congratulato con le aziende vincitrici del riconoscimento, ha annunciato la volontà del Governo di valorizzare e tutelare le imprese italiane «a partire dalla legge delega alla quale stiamo lavorando, che potrà contare sul nuovo Fondo da 100 milioni previsto in legge di bilancio».

 

Il Premio Santo Stefano 2022-2023 è stato conferito questa mattina all’auditorium della Camera di Commercio di Prato a tre aziende: Azeta Filati, Pinori Filati e Unitech, i cui nomi erano stati annunciati dal vescovo Giovanni Nerbini lo scorso 26 dicembre, al termine del solenne pontificale del patrono celebrato in cattedrale. Come da tradizione sono state le autorità cittadine a consegnare lo Stefanino d’oro nelle mani dei vincitori del riconoscimento, conferito a quelle imprese capaci di avere successo nel pieno rispetto delle regole, della concorrenza e dei diritti dei lavoratori. Una iniziativa nata tredici anni fa, all’indomani della durissima crisi economica che aveva investito il settore tessile, su intuizione dell’allora vescovo Gastone Simoni, recentemente scomparso, e del cenciaiolo di Vergaio Giovanni Masi, convinti della importanza di esaltare e porre all’attenzione della città chi lavora e produce con etica e coscienza.

 

Hanno detto. «Abbiamo premiato imprenditori illuminati, capaci di fare impresa e decisi a investire nelle proprie aziende per il bene di tutto il territorio», ha detto Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato. «Il Premio Santo Stefano è la prova provata che il distretto continua a volare – ha affermato il sindaco Matteo Biffoni – ci hanno dato per morti, per finiti, eppure siamo ancora il distretto tessile più grande d’Europa e continuiamo a faticare per essere tali. È vero, a Prato ci sono anche problemi grossi, dobbiamo continuare la repressione contro chi viola le regole ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, chi lo fa troverà in me un baluardo insormontabile. I dieci milioni che ci arrivano dal Governo Draghi sono il riconoscimento che il nostro distretto è un patrimonio nazionale».

Per il vescovo Giovanni Nerbini lo Stefanino d’oro è importante perché pone all’attenzione di tutti «il bello e il buono. Sono d’accordo con il sindaco, oltre a contrastare chi cerca di vivere al di là della legge possiamo anche indicare il bene fatto da chi crea ricchezza, crea spazi lavorativi per i tanti giovani che incontriamo nelle aziende e che si sentono corresponsabili di una realtà e di un sogno grande». Il presidente della Provincia di Prato e sindaco di Montemurlo Simone Calamai ha osservato come «il lavoro buono porta benessere non alle aziende ma a una intera comunità. È fondamentale valorizzare chi pone attenzione alla persona e alla dignità del lavoro. Le imprese vincitrici – ha aggiunto – rappresentano una realtà ben più vasta presente sul nostro territorio, per questo non è stato facile scegliere i nomi da premiare».

«Questo Premio è un messaggio lanciato al di là del nostro territorio, io penso all’Europa che si confronta sulla misura etica e umana del lavoro», ha detto Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.

Alla cerimonia erano presenti le parlamentari pratesi Erica Mazzetti e Chiara La Porta, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, la consigliera regionale Ilaria Bugetti e i rappresentanti delle forze dell’ordine e quelli delle categorie sociali ed economiche della città.

 

I premiati. Commossi e soddisfatti, i titolari delle aziende vincitrici hanno ritirato gli Stefanini – quest’anno realizzati dall’artista Giuseppe Guanci – dalle mani delle istituzioni cittadine. «Non ce lo aspettavamo – hanno ammesso Alessandro e Giovanni Aiazzi, titolari della valbisentina Azeta Filati – la nostra storia è tipica pratese, siamo partiti come artigiani in una ritorcitura conto terzi e poi abbiamo imboccato la strada giusta lavorando con passione».

Raffaella Pinori ha dedicato il Premio alla memoria del padre Roberto, fondatore dell’azienda di famiglia, scomparso lo scorso 3 gennaio: «ha fatto in tempo a sapere di questo riconoscimento e sono sicura che da lassù ci sta seguendo con commozione». Lo Stefanino a Pinori Filati è stato ritirato insieme a Romina Pinori e Renato Quaranta.

A consegnare il riconoscimento a Unitech, con il sindaco di Montemurlo Simone Calamai, è stato anche il vicario generale della diocesi di Pistoia mons. Cristiano D’Angelo, perché l’azienda si trova nel territorio della Chiesa pistoiese. Alessandro Denti ha definito «un onore» ricevere il Premio: «Siamo già alla seconda generazione che ha preso in mano l’azienda, è una responsabilità che sentiamo e che portiamo avanti con impegno». Sul palco erano presenti Andrea e Alessandro Denti, Andrea e Alessandro Barni, Andrea e Alessandro Piattelli, titolari di Unitech Industries, industria che opera nel settore meccanotessile.

 

I premi. Gli Stefanini 2022-2023 sono stati realizzati con la tecnica chiamata «tessoforme», uno stile particolare ideato dall’artista e architetto Giuseppe Guanci. In ogni opera sono riprodotte due mani che mostrano i palmi, realizzate in bagno d’oro, «mani che si mostrano e che contengono, mani che lavorano e che realizzano le cose. È come se il mondo del lavoro, il mondo di Prato, offrisse questo omaggio a Santo Stefano, il suo patrono, al quale è dedicato il Premio». Sopra le mani sono posizionati i simboli del martirio di Santo Stefano: la pietra bianca in bagno d’argento e la palma in ossido di rame. Due colori che nelle intenzioni dell’artista rimandano a quelli presenti sulla facciata della cattedrale di Prato.

Ogni opera è poggiata su una base in plexiglas, sulla quale è apposta una targa con scritta l’edizione del premio e il motto del riconoscimento «Scienza, coscienza e innovazione».

 

La cerimonia di premiazione è stata condotta dalla giornalista Giulia Ghizzani e può essere rivista sul sito web e sulla pagina Facebook di Tv Prato, che ha curato l’evento.