Toscana

Carnevale. A Foiano non è uno scherzo. La vita del carrista tra fatica e felicità

Alla tradizionale esplosione di maschere e colori si sta preparando Foiano della Chiana, borgo aretino che vanta uno dei Carnevali più antichi d’Italia, se non il più antico: il primo documento attestante la notizia di un festeggiamento carnevalesco risale al 1539, nello statuto comunale. Nel 2023, dunque, raggiungerà la 484esima edizione: dal 5 febbraio al 5 marzo, per cinque domeniche, carri e maschere sfileranno e si sfideranno al cospetto di Re Giocondo.

Il Carnevale di Foiano assume la forma attuale nel 1933, anno in cui si costituiscono i primi gruppi ufficiali che costruiscono i carri di cartapesta che sfileranno per vie cittadine: il Cantiere Azzurri e il Cantiere Rustici.

Cantieri? Sì, perché una delle particolarità del Carnevale foianese consiste nel non seguire una divisione geografica ma appunto in cantieri, proprio perché i carri vengono costruiti all’interno di capannoni, peraltro molto vicini fra loro.Con il tempo ad Azzurri e Rustici si sono affiancati Bombolo e Nottambuli, portando a quattro il numero dei cantieri che si contendono il titolo del carro più bello. Originale è anche l’eponimia: Azzurri deriva dal colore utilizzato nei primi carri, Rustici dal «carattere» dei cantieristi, Bombolo dal nome del primo carro realizzato (Auff Bombolo) e Nottambuli dalla propensione a lavorare fino a tarda notte.

A differenza di altre competizioni tra carri, tutti gli «operatori» coinvolti sono volontari che si dedicano alla costruzione del carro durante il loro tempo libero, magari in serata dopo una giornata di lavoro. Un impegno che può durare anche una decina di mesi prima della sfilata. In questo modo, fianco a fianco nel cantiere si trovano persone che nella vita sono professionisti in tutt’altri campi.

La vita del carrista è così: tanta fatica e tanta gioia. Una vita che Enzo Ferraro, 52 anni, protagonista storico del Carnevale di Foiano della Chiana, conosce bene.«L’assenza di una connotazione rionale della competizione rende possibile dei veri e propri derby in famiglia, i cui membri possono appartenere a cantieri diversi – racconta –. Io sono stato alla presidenza del Cantiere Bombolo, mentre mio fratello ha guidato il Cantiere Rustici. Potete immaginare la rivalità. Per un foianese e ancor più per un cantierista, la vittoria al Carnevale significa avere per un anno il dominio assoluto sul paese».

A Foiano il Carnevale è come una religione. Basti pensare a come vengono «protetti» i responsi dei cinque giudici tecnici (un pittore, uno scultore, un critico d’arte, uno scenografo e un giornalista). Il presidente dell’Associazione Carnevale sceglie un primo notaio residente in zona, il quale a sua volta seleziona un secondo notaio residente ad almeno 100 chilometri dal paese. Il notaio «esterno» sceglie i cinque giurati, che si presentano in gran segreto durante la prima domenica di sfilata. I loro giudizi sui carri, poi, vengono chiusi in una busta e custoditi dentro una cassaforte all’interno della stazione di polizia fino alla proclamazione finale.

«Il “mestiere” del carrista implica anche segretezza. Sebbene i carri vengano costruiti in hangar molto vicini, vige il massimo riserbo sul tema e la realizzazione finale – prosegue Enzo –. Solo scoccata la prima domenica, si aprono gli “uscioni” e si potrà ammirare il frutto di molti mesi di lavoro». Inoltre, sebbene volontari e non professionisti del settore – come accade a Viareggio, dove vengono reclutati tramite bando dal comune – i carristi di Foiano possiedono abilità tecniche uniche. «I carri possono raggiungere dimensioni ragguardevoli (12 metri di altezza, 16 di lunghezza e 8 di larghezza) sebbene debbano sfilare in spazi ridotti, all’interno delle mura castellane. Quindi i carristi devono prevedere la possibilità di restringere la loro creatura. In più, proprio perché le strade strette implicano una visione ravvicinata del carro e dei suoi meccanismi, la cartapesta deve coprire e nascondere perfettamente scheletro e ingranaggi.

Enzo si è avvicinato al cantiere Bombolo da piccolo, benché «da grande» si sia un po’ allontanato da quel mondo, almeno fino a quando, nel 2002, i suoi amici non gli hanno chiesto di rientrare. «All’inizio mi limitavo a un ruolo direttivo, però la vita in cantiere è una malattia contagiosa: presto mi sono dedicato anima e corpo sulla costruzione dei carri, come cartapestaio. Poi, un gran tourbillon di emozioni: nel 2005 sono stato eletto presidente e l’anno successivo Bombolo ha trionfato, dopo ben 13 anni di astinenza. È stato uno dei momenti più belli della mia vita: ho avuto l’onore di affacciarmi al mitico “Terrazzino”, una gioia riservata a pochi. Adesso ho lasciato la direzione del cantiere per dedicarmi alla comunicazione dell’evento, occupandomi della pagina Facebook del Carnevale di Foiano, e all’organizzazione degli eventi di animazione del cantiere, oltre a dare sempre una mano nelle questioni tecniche».

A ogni modo, vivere il cantiere significa dedizione, un sacrificio che vale sicuramente la pena compiere: «Lavori accanto agli amici e conosci tante persone differenti. Tra cene e feste costruiamo relazioni, non solo carri. Non per nulla, noi di Bombolo siamo chiamati “La Tribù”, perché siamo i più numerosi e facciamo sempre festa» conclude Enzo.A Foiano, dunque, il Carnevale è soprattutto un evento sociale, un’aggregazione tra giovani e veterani che va oltre la sfilata. Una manifestazione che, anche grazie alle nuove leve dell’Associazione Carnevale, è diventata davvero a 360 gradi, con spazi dedicati ai bambini, mostre d’arte, raduni di Harley Davidson e cooking show, senza dimenticare il classico lancio di coriandoli e gadget. Non mancano i momenti culturali: domenica 12 febbraio andrà in scena lo spettacolo «Foiano, storia e filosofia», nato dall’idea di tre foianesi doc – Riccardo Bernini e Marcello Bernardini, oltre allo stesso Enzo Ferraro – di raccontare Foiano a chi vi arriva per la prima volta, ma anche ai foianesi che hanno voglia di riscoprirlo.