Cultura & Società

Sanremo 2023. Marino Bartoletti: “Nuova sfida per Amadeus già lanciato verso l’Olimpo”

Marino Bartoletti, il celebre «baffo» della tv esperto di sport e musica e recente autore, in campo editoriale, della premiata «trilogia degli dei», al telefono con Toscana oggi parte sparato con i complimenti al riconfermato direttore artistico e presentatore di Sanremo che verrà tramesso su RaiUno dal 7 all’11 febbraio. «Sono contento per lui – spiega – perché ha fatto tre festival uno meglio dell’altro e, cosa più importante, anche per il rilancio della manifestazione soprattutto verso target più giovani, che si erano completamente allontanati».

D’accordo Bartoletti, ma come vede questa nuova edizione?«Quest’anno la sfida dei giovani è altissima, perché poteva vivere di rendita e invece ci sono 14 esordienti su 28: vuol dire che Amadeus molto coraggiosamente ripete l’esperimento che poi ha portato alle vittorie dei Maneskin e di Blanco e Mahmood, pur non incidendo minimamente sulla popolarità del festival che anzi si è innamorato di questi giovani. L’altro merito è che quest’anno ha trasformato in concorrenti dei personaggi che in edizioni recenti sarebbero stati soltanto degli ospiti d’onore tipo Mengoni, Ultimo, Giorgia, che invece sono in gara. E Ultimo nella serata dei duetti canterà con Eros Ramazzotti, Giorgia con Elisa e verrà giù l’Ariston. Mi sembra che gli ingredienti ci siano tutti per un altro bellissimo festival».

E di Gianni Morandi che affiancherà Amadeus che ne dice?«Ormai Gianni si rivela complementare a tutto, l’amico di tutti: ha trascorso l’estate insieme a Jovanotti e ora Amadeus lo ha voluto con sé; ha semplicemente cavalcato la sua popolarità immortale: a 77 anni nella scorsa edizione è arrivato terzo, dimostrando una vitalità gradita e sempre apprezzata che Amadeus ha voluto riportare sul palco».

Come strategia promozionale Amadeus centellina le notizie di giorno in giorno…

«Ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, è un’occasione per tenere vivo l’interesse nei confronti del festival. Alcune di queste notizie ci hanno anche colpito: Morandi, Ranieri e Albano che si esibiranno insieme è una cosa che sono curioso di vedere. Figuriamoci il ritorno dei Maneskin che a Sanremo debbono quasi tutto».

Ci saranno anche due luoghi paralleli dove si esibiranno grandi nomi: Piazza Colombo e la nave da crociera di uno sponsor…«È tanta carne al fuoco, spero non si arrivi anche quest’anno tutte le sere alle due di notte. A piazza Colombo ci saranno dei nomi molto importanti come Achille Lauro e Piero Pelù. Sulla nave so che è stata adottata una scenografia per superare quella che era un po’ la spartanità dei collegamenti dello scorso anno, inoltre ci sarà il pubblico… tutti piccoli esperimenti che vedremo come si amalgameranno al resto. E comunque un festival si giudica sempre dopo mai prima».

È per questo che non ascolta volentieri le canzoni prima e non legge nemmeno i testi?«Preferisco non ascoltarle mai a meno che non sia costretto a selezionarle come è accaduto un paio di volte in passato. Le parole non vivono se non sono attivate dalla musica: se uno avesse letto “Volare oh oh, cantare oh oh”, avrebbe detto “che è ’sta roba” e invece dietro c’è la storia della musica leggera italiana. Il contesto naturale è quello del palco ed è lì che capisci se le parole e la musica hanno un senso».

A proposito di Modugno, come mai le canzoni di una volta le ricordiamo ancora e molte di quelle più recenti passano presto nel dimenticatoio?«Forse perché siamo legati alle nostre rispettive gioventù o adolescenze con tutto il significato che hanno comportato. Forse perché erano canzoni bellissime, eseguite magistralmente da grandi interpreti, forse perché hanno avuto più tempo di consolidarsi rispetto alle ultime, forse perché la nostalgia ogni tanto prevale. Però dobbiamo guardare con molta indulgenza alle novità perché non è detto che fra trent’anni non si cantino le canzoni di questo festival».

Un pronostico non ce lo può negare…«Penso che la vittoria se la contenderanno Ultimo e Mengoni e che immediatamente dietro ci possano essere Elodie, Giorgia e Grignani. Poi c’è una batteria di donne molto interessanti, Madame, Levante e Ariete. E guarderò con molta simpatia tra i giovani Gianmaria e i Colla Zio che mi divertono molto».

Veniamo a lei. A questo punto della sua vita si sente più un giornalista sportivo, uno scrittore o un esperto di musica?«Sono Marino, che per sua fortuna guarda il mondo con gli occhi di quando aveva ancora sedici anni, qualunque sia la sua attività professionale. C’è tanto Marino nei libri che scrivo, c’è tanto Marino che registrava col suo registratorino Sanremo a 16 anni e c’è tanto Marino nel raccontare lo sport con il suo entusiasmo di sempre».

E per il futuro?«Aspettiamo con ansia il settantacinquennale, quello del 2025 perché a grande richiesta aggiornerò il mio almanacco sul festival di Sanremo cui sto già lavorando. Un po’ di pazienza ancora… scrivendolo mi accorgo che non è un libro sulla musica ma un libro di storia d’Italia».