Toscana

Ferrovie sul binario morto

di Ennio CicaliSui treni dei pendolari meno ritardi e più posti, la pagina di uno dei quotidiani più letti, con il titolo a più colonne, fa il giro del vagone dove i passeggeri – i pendolari, appunto – sono stipati. Le reazioni sono diverse: c’è chi si arrabbia e chi fa le spallucce, rassegnato. La scena si svolge sul treno che parte da Arezzo alle 6,55 e arriva a Firenze S. Maria Novella alle 8,23, all’indomani del consiglio regionale straordinario dedicato alle ferrovie e non è diversa dagli altri giorni: passeggeri in piedi e carrozze chiuse.

È un copione già visto, come già conosciute sono le parole udite in consiglio regionale. Da quando il trasporto pubblico locale è passato dallo Stato alle competenze regionali, le ferrovie sono allo sbando, accusa Maurizio Dinelli di Forza Italia, presidente della commissione speciale trasporti integrati, che ha aperto la sessione straordinaria richiesta dai gruppi di centro-destra. «Di fronte a treni sempre più spesso in ritardo, sovraffollati, in pessime condizioni igieniche, con carrozze che viaggiano chiuse, la Regione permette che le tariffe aumentino – prosegue Dinelli – Di fronte alle continue proteste dei viaggiatori, dei comitati di pendolari, dei sindacati, la Giunta avrebbe dovuto utilizzare il contratto di servizio per dare segnali più chiari della volontà di cambiamento. Invece, il contratto firmato nel 2002 è sostanzialmente identico al contratto sperimentale del 2001».

Alle accuse mosse da Dinelli, risponde l’assessore Riccardo Conti: «C’è ancora molto da fare per migliorare lo stato del trasporto ferroviario regionale – riconosce – ma il contratto di servizio fra Regione Toscana e Trenitalia è uno dei migliori attualmente in Italia». A lato dei molti disservizi, secondo l’assessore, dati recenti denotano una costante diminuzione dei ritardi sui treni considerati più critici e delle carrozze affollate. Inoltre, grazie a una gestione più mirata dei turni e ad un aumento del personale si sono ridotti del 50 per cento i casi di carrozze chiuse. «La prova più evidente di questo processo di graduale miglioramento è dato dall’aumento dell’utenza complessivo del 5 per cento con punte del 20 per i treni dei pendolari», afferma Conti. Una cosa pressoché inevitabile, ci viene da dire, visto il costante aumento del prezzo della benzina e le difficoltà del traffico, specie a Firenze, ma non molto dissimili in parecchi altri centri della Toscana.Una risposta, quella dell’assessore Conti, che non convince Franco Banchi (Cristiani democratici uniti) che osserva come «l’impotenza della Regione Toscana a gestire un servizio a completo beneficio degli utenti, porta a ricercare le cause tra due ipotesi: o il contratto di servizio 2002/2003 con Trenitalia è fatto male e va cambiato nei suoi contenuti; oppure è una questione di deficit politico da parte della Regione Toscana. Ma potrebbero valere entrambe le ipotesi».

Occorre anche recuperare, ricorda Banchi, la presenza dei «grandi assenti» di questo contratto di servizio – circa 300 pagine tra testo e allegati – che sono gli utenti: «ci sembra indispensabile una loro rappresentanza – prosegue – nel Comitato tecnico di gestione, accanto a Regione Toscana e Trenitalia».

Ma, secondo il consigliere del Cdu, altre promesse non sono state mantenute dal contratto Regione-Trenitalia e riguardano il problema gravissimo della sicurezza e della manutenzione dei convogli e che si riassume nel binomio «caldo» della mancanza di personale e di materiale. «C’è un vero e proprio circolo vizioso – afferma Banchi – che ricade sulla pelle dei viaggiatori, non solo in termini di numero sempre ridotto di carrozze, ma anche per la diminuita attività di manutenzione del cosiddetto materiale viaggiante. Ovvero le carrozze sono poche, sono sempre sui binari e non c’è la possibilità di fare una normale manutenzione. Nell’audizione del 5 febbraio in Commissione Trasporti, i sindacati hanno sottolineato con viva preoccupazione, solo per fare un esempio, l’estrema delicatezza di alcuni controlli tecnici come quello dei bordini dei cerchioni: si tratta di millimetri decisivi per tenere le ruote dentro i binari». «Sotto questo aspetto – conclude Franco Banchi – la Regione Toscana sta assistendo impotente all’impoverimento del patrimonio professionale di tutto il comparto della manutenzione ferroviaria, a partire dall’inevitabile declino delle Officine grandi riparazioni di Porta a Prato a Firenze».

Le critiche al servizio ferroviario regionale sono riuscite a compattare i diversi gruppi del consiglio regionale. Nino Frosini (Comunisti italiani), Pieraldo Ciucchi (Socialisti italiani), Marco Carraresi (Ccd), Fabio Roggiolani (Verdi), Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista) su di un punto concordano, seppure con motivazioni diverse: le ferrovie regionali non sono all’altezza delle necessità e dell’importanza di una regione come la Toscana.

I numeri dell’assessoreSiamo a una svolta. È ottimista l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Conti, intervenendo al dibattito sulla crisi delle ferrovie toscane. Solo in dicembre, dice, i treni critici con problemi di sovraffollamento superiore al 20 per cento dei posti disponibili si sono ridotti dagli 8 della prima settimana ai 2 della terza. Le carrozze chiuse per mancanza di personale sono passate dalle 24 degli inizi del mese alle 14 dell’ultima settimana. Aumentati del 5 per cento con punte del 20 tra i pendolari i viaggiatori, 46 milioni in media che salgono ogni anno sui 210 mila 849 treni della rete regionale.

Diminuiti anche i ritardi, secondo i dati regionali: a novembre i treni critici arrivavano in consistente ritardo 14 volte su cento, la percentuale si è ridotta all’8,5, mentre per quelli che hanno solo 5 minuti di ritardo si è passati dal 43 al 31 per cento.

In più, rileva Conti, con il nuovo contratto sono stati istituiti 37 treni in più: 7 sulla Firenze-Pistoia-Lucca, due sulla Firenze-Empoli-Siena, 9 sulla Firenze-Pisa-Livorno, 4 sulla Firenze-Prato-Bologna, 2 su La Spezia-Viareggio-Pisa.

«Siamo di fronte a carenze accumulate negli anni, basti pensare al materiale rotabile spesso obsoleto – osserva Conti –. Gli accordi sull’alta velocità permetteranno di cambiare in sei-sette anni l’intero modo di muoversi in Toscana. Saranno in tutto 5 miliardi di euro che verranno investiti sul sistema ferroviario regionale entro il 2010».

Pendolari, Trenitalia sotto accusa