Cultura & Società

Il rito del thè in letteratura, nel cinema e nelle canzoni. Domani ai Thè di Toscana Oggi a Firenze la conferenza di Elena Giannarelli

Elena Giannarelli, già docente di Letteratura cristiana antica all’Università di Firenze, inizierà la conversazione con una breve storia del “rito del Thè” nelle culture asiatiche. Dalla Cina al Giappone, in epoca molto antica, si sviluppò un vero e proprio cerimoniale per le degustazione di un infuso la cui preparazione richiede cura, attenzione, strumenti adatti. Lo scopo è il raggiungimento di uno stato di calma spirituale interiore, per cui tutto il rituale favorisce la meditazione e determina una pausa forte nelle attività e nelle preoccupazioni del quotidiano.

In Europa dici “thè” e pensi agli Inglesi, presso i quali la bevanda arrivò intorno al 1650 come rimedio medicinale, costosissimo per il lungo viaggio che lo portava attraverso i mari fino alla bianca terra d’Albione. L’abitudine del pasto di metà pomeriggio -perché in alcuni casi di vero e proprio pasto si tratta – nasce nell’ambito dell’aristocrazia britannica e si lega alla figura della duchessa di Bedford, creatrice dell’ afternoon tea. A questo si devono aggiungere  altre tipologie di “incontri” attorno ad una tazza della dorata bevanda.

A riscontro, verranno sfogliate alcune pagine delle scrittrici inglese dell’Ottocento, come la Austin, con descrizioni accurate dell’ ora del the e ci soffermeremo su Agatha Christie e la sua Miss Marple al Bertram Hotel, albergo edoardiano in una stradina dietro Hyde Park a Londra, dove si consuma uno spettacolare momento di delizie a metà pomeriggio.

Dai romanzi ai film il passo è breve, non solo per le riduzioni cinematografiche dei romanzi vittoriani, ma per opere autonome, come Un tè con Mussolini, di Zeffirelli, che coglie gli ultimi bagliori di un’epoca, quella delle anglo-becere a Firenze.

Canzoni come Tea for two restituiscono in chiave americana il fascino di un momento della giornata che può avere avuto declinazioni molto diverse. “Un caso eclatante è successo proprio nella mia famiglia – spiega Elena Giannarelli – : mio padre, prigioniero degli Inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale, si vedeva offrire bicchieri di thè alle cinque del pomeriggio dopo estenuanti marce nel deserto a piedi, dietro i mezzi blindati che sollevavano la polvere rendendo difficile il solo camminare; come “visiting professor” all’Università di Oxford sono stata ricevuta a Buchingham Palace per un thè dalla regina Elisabetta, sorridente signora che mi ha fatto assaggiare una crema di cetrioli inarrivabile per leggerezza e gusto”.

I Thè di Toscana Oggi sono riservati agli abbonati del settimanale e a chi, per parteciparvi, sottoscrive all’ingresso un nuovo abbonamento che consente di seguire tutte le conferenze in programma. Al termine delle conferenze vengono serviti thè e pasticcini.

Info: 055-277661