Toscana

Le associazioni cattoliche e il loro «no» alla guerra

I lampeggianti azzurri hanno offerto un’immagine diversa ad un venerdì sera fiorentino che altrimenti sarebbe stato segnato dal traffico irrequieto del popolo della notte. Per una volta, anche se per pochi minuti, i lungarni sono stati invasi da un centinaio di silenziose ambulanze, partite dal Parco delle Cascine e dirette in Piazza Piave dove almeno 400 volontari, giunti da ogni parte della Toscana con le loro tute fluorescenti, si sono messi in marcia, fiaccole alla mano, verso la vicina Piazza Santa Croce.

Ma perché le Pubbliche assistenze e le Misericordie della Toscana si sono avventurate in una manifestazione così inconsueta? «Lo abbiamo fatto – risponde Gianfranco Gambelli, presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie – per dare un segnale forte della nostra contrarietà a questa guerra e della voglia di ricercare in tutti i modi la via della pace. Forse sono cose che lasciano il tempo che trovano – aggiunge Gambelli –, ma sono pur sempre il segno di un’adesione convinta al progetto di pace richiamato dal Papa e dai vescovi», che «non si limita alla guerra in Iraq, ma si allarga a tutte le guerre».

Doverosa al proposito la richiesta di una precisazione in merito ad alcune affermazioni attribuite da un quotidiano toscano a Gambelli circa un dissenso con la presidenza della Conferenza episcopale toscana: «In quell’intervista – dice ora Gambelli – volevo spiegare che noi siamo solidali con le posizioni della diocesi di Firenze a cui siamo legati in quanto la nostra sede è a Firenze. Ma non per questo intendevo dire che le posizioni dell’arcivescovo di Pisa, Alessandro Plotti, sono personali e non condivise dagli altri vescovi. Del resto, della Conferenza episcopale fa parte anche l’arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli. Io credo che la Confederazione delle Misericordie sia tra le organizzazioni più allineate al pensiero dei vescovi: sarebbe assurdo che noi fossimo contro».

Tornando al tema delle manifestazioni, chi non ha mai aderito a nessuna è il Movimento cristiano lavoratori il cui presidente regionale, Guglielmo Borri, spiega che si possono esprimere certe opinioni «indipendentemente dall’adesione a formule come quella del movimento pacifista che pure coinvolge anche tante associazioni cattoliche. Noi – dice Borri – abbiamo scelto una strada diversa, ma non per questo meno contraria alla guerra. Anzi: riteniamo che la nostra posizione sia anche quella della Chiesa, del Papa e dei vescovi italiani, che è sempre stata distinta da quella dei movimenti pacifisti».

Alla definizione «pacifisti», le Acli preferiscono «operatori di pace» confermando di aver aderito con convinzione a quelle che definiscono «forme di presenza e testimonianza rigorosamente non violente per mobilitare e sensibilizzare l’opinione pubblica». Il presidente regionale Antonio Nicolò ribadisce la condizione essenziale della non violenza e precisa che le Acli non sono animate da alcun sentimento antiamericano: «Chi è per la pace – dice Nicolò – non è contro nessuno. La nostra è una forte critica ad una guerra che non ha nessuna giustificazione. Lo dimostra anche l’inaspettata sollevazione popolare. Le manifestazioni non sono l’iniziativa di un sabato, bensì di tutti i giorni. Però, qualsiasi manifestazione non è ormai più sufficiente. Bisogna fare un salto in avanti e passare dall’indignazione alla riflessione».

Sul piano dell’emergenza umanitaria, le Misericordie hanno avviato una sottoscrizione di solidarietà definita «Angeli in Iraq» (conto corrente postale n. 21468509; conto corrente bancario Cassa di Risparmio di Firenze 27196 Abi 6160 Cab 2804; Monte dei Paschi di Siena 50000 Abi 1030 Cab 2800; Cassa di Risparmio di San Miniato 100021/75 Abi 6300 Cab 28043). «Per quanto riguarda la raccolta dei contributi siamo ancora all’inizio e quindi non abbiamo dati a sufficienza – spiega Gambelli –. La campagna inziata è comunque massiccia. Come Misericordie siamo poi pronti ad andare in Iraq appena le condizioni lo consentiranno. La nostra presenza, oltre che di aiuto materiale, sarà segno di condivisione con le popolazioni locali, di unione e fratellanza nello stilo classico delle Misericordie. Come adesso in Kosovo, con questo stile e questo spirito, andremo dove saremo chiamati».

Anche il Movimento cristiano lavoratori mobiliterà i propri circoli. «Alle iniziative umanitarie come quelle della Caritas – dice Borri – noi aderiremo e parteciperemo con un nostro contributo».

«La mobilitazione delle Acli – spiega Nicolò – avviene in tanti modi. A livello toscano sosterremo tutte le iniziative per gli aiuti umanitari attraverso le diocesi e la Caritas. Poi ogni provincia si organizzerà in proprio».A.F.