Toscana

Statuto, sulla famiglia si gioca l’ultima partita

di Simone PitossiSui principi e sui diritti si gioca l’ultima partita dello Statuto della Toscana, la carta fondamentale della Regione. In particolare sulla famiglia, sulla sua definizione e sull’equiparazione alla coppie di fatto etererossessuali e anche omosessuali. Il presidente della speciale Commissione Statuto, Piero Pizzi, è soddisfatto del lavoro svolto fin qui. Una prima bozza è stata praticamente ultimata. Delle parti però rimangono bianche perché non c’è accordo. Ecco allora che Pizzi richiama tutte le forze politiche alle loro responsabilità. «Le leggi possono essere di parte – osserva il presidente – ma lo Statuto deve essere di tutti. Questo era il patto istituzionale con cui le forze politiche hanno iniziato tre anni fa questo percorso. Spero che oggi confermino questo impegno».

Nel 2003 si sono tenute ben 11 sedute della Commissione dedicate ai vari temi: principi e diritti; caratteri generali della forma di governo e legge elettorale; organi della regione, sussidiarietà ed enti locali; organizzazione e funzionamento; partecipazione e referendum. Dal 20 giugno – dopo che un Comitato tecnico ha elaborato una prima bozza – inizieranno le consultazione con la società toscana che potrà chiedere modifiche al testo. «Solo successivamente – precisa Pizzi – sarà redatto il testo finale in Commissione e poi in Consiglio».

E allora veniamo subito al motivo di attrito più grosso: la famiglia. «Il momento è molto delicato», sottolinea lo stesso Pizzi ricordando come siamo arrivati a questo posizione di impasse. Nel luglio 2002 un Consiglio regionale forse un po’ distratto dal clima estivo approvò due mozioni. Una presentata dal capogruppo dello Sdi Pieraldo Chiucchi e l’altra dalle donne dei Ds. Nella prima si chiedeva al Consiglio regionale di tutelare la dignità delle coppie e famiglie di fatto «favorendone l’equiparazione e non la discriminazione rispetto a quelle coniugate». Nella seconda si chiedevano «azioni positivi e non discriminanti a favore delle diverse forme di relazione familiare». Da queste mozioni – appoggiate dalla maggioranza di centrosinistra – potrebbero uscire una o, forse, due ipotesi sulla definizione di famiglia da inserire nello Statuto. Nella prima si potrebbe chiedere l’equiparazione della famiglia fondata sul matrimonio religioso o civile alle coppie di fatto eterosessuali. La seconda si potrebbe spingere anche oltre chiedendo l’equiparazione anche per le coppie gay. A queste ipotesi si aggiungerebbe una terza – condivisa dal centrodestra e anche dalla componente popolare della Margherita – che invece vorrebbe difendere il primato della famiglia fondata sul matrimonio.

Pizzi da un punto di vista personale non ha dubbi: «La famiglia fondata sul matrimonio è una risorsa insostituibile per la società, è, e lo sarà ancora in futuro, la struttura di base per la formazione morale e civile dei figli ed il punto di riferimento e di forza per una società fondata sui principi della solidarietà e della condivisione». Ma come presidente è chiamato a pensare ad una soluzione per uscire dalla situazione di impasse. «Se non riusciremo a trovare una soluzione in tempi brevissimi – spiega – l’unica soluzione è proporre alle consultazioni della società toscana le ipotesi di articolato emerse. Se poi non si dovesse trovare accordo neanche dopo, l’unica strada sarebbe passare al voto delle varie ipotesi. Trovare l’accordo non sarà facile. Ma sarà possibile se si comprenderà che lo Statuto non è uno strumento per governare, ma la cornice normativa in cui tutti i cittadini toscano dovranno riconoscersi».

Tra i punti di frizione c’è anche il diritto di voto ai cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari residenti in Toscana. La proposta è venuta nell’ultima seduta della commissione elettorale da parte dei Ds. Per quanto riguarda i comunitari non ci dovrebbero essere problemi. Invece, secondo Pizzi, un «dibattito politico e giuridico si aprirà sull’aspetto del voto ai cittadini extracomunitari». Nei punti lasciati ancora in sospeso anche il numero dei consiglieri che, alcune ipotesi, volevano veder crescere da 50 a 60 o anche più. «Anche questo – spiega il presidente – verrà deciso dopo le consultazioni valutando bene anche le accresciute funzioni del Consiglio regionale».

Ma non ci sono solo punti ancora in discussione. Tra gli obiettivi raggiunti c’è infatti il riequilibrio dei poteri del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale. «Un armonico equilibrio dei poteri – sottolinea il presidente – è il cardine del funzionamento corretto di un’istituzione democratica. Il Presidente e la Giunta governano mentre il Consiglio regionale dovrà assumere in pieno il ruolo legislativo, di indirizzo e di controllo». Non solo. «Per controllare – continua – sarà necessario verificare sistematicamente come sono state attuate le leggi regionali. Un certo scarto tra previsione e realtà è quasi fisiologico ma non si può eccedere o non sapere. La verifica dell’attuazione dovrà riguardare sia gli aspetti finanziari, sia come la legge è stata interpretata e se la procedura e i tempi sono rispettati».

Pizzi, insomma, è soddisfatto del lavoro svolto. «Nostro compito – conclude il presidente – era consegnare al Consiglio e alla società toscana uno Statuto ben fatto, una carta fondamentale per la Regione in grado di durare nel tempo. Ritengo che il lavoro fatto risponda a tale esigenza».

La Commissione speciale statutoLa Commissione speciale Statuto è stata insediata nel 2000 per provvedere alla stesura della carta fondamentale della Regione seguendo le nuove competenze attribuite alle Regioni in seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione italiana.La presidenza è così costituita: Piero Pizzi, presidente (Forza Italia), Giovanni Barbagli, vicepresidente (Rifondazione comunista), Alessandro Starnini, vicepresidente (Ds), Pieraldo Ciucchi, segretario (Sdi). Gli altri membri sono: Franco Banchi (Udc), Giuliana Baudone (An), Maurizio Bianconi (An), Marco Carraresi (Udc), Enrico Cecchetti (Ds), Paolo Cocchi (Ds), Erasmo D’Angelis (Margherita), Maurizio Dinelli (Forza Italia), Agostino Fragai (Ds), Lucia Franchini (Margherita), Luciano Ghelli (Comunisti italiani), Bruna Giovannini (Ds), Alberto Monaci (Margherita), Fabio Pacini (An), Fabio Roggiolani (Verdi), Lorenzo Zirri (Forza Italia). La sottocommissione elettoraleNel maggio del 2002 è stata costituita una Sottocommissione elettorale che si deve occupare dell’elaborazione della legge elettorale regionale. I coordinatori sono Maurizio Bianconi (An) e Erasmo D’Angelis (Margherita). Ne fanno parte: Franco Banchi (Udc), Giuliana Baudone (An), Marco Carraresi (Udc), Pieraldo Ciucchi (Sdi), Agostino Fragai (Ds) Bruna Giovannini (Ds) Luciano Ghelli (Pdci), Alberto Monaci (Margherita) Mario Ricci (Prc), Fabio Roggiolani (Verdi), Lorenzo Zirri (Forza Italia).

Una buona base di partenza ma con tante incognite (Emanuele Rossi)

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