Toscana
Trasporti, cosa cambia con la liberalizzazione
È una delle tante situazioni che dovrebbero essere sanate dalla legge varata dal Consiglio regionale che avvia la liberalizzazione del settore. L’apertura al mercato dovrebbe consentire il superamento di antiche rigidità e inefficienze, garantire un servizio più qualificato, senza sprechi di risorse, capace di adattarsi alle sempre crescenti esigenze di mobilità dei cittadini. Un progetto ambizioso: rendere più appetibile il servizio pubblico, visto che oggi in Toscana oltre il 70 per cento delle persone usa l’auto privata per spostarsi.
Un progetto che costa più di 391 milioni di euro per il 2003, altrettanti per il 2004 e il 2005 e riguarderà tutte le linee urbane ed extraurbane della Regione (in tutto oltre 120 milioni di chilometri percorsi ogni anno, attualmente, da quasi tremila autobus). Ciascun bando avrà una estensione provinciale: questo significa che gli assegnatari del servizio saranno pochissimi (attualmente i contratti di servizio, assegnati linea per linea, sono ben 173). Questo per stimolare le aziende ad accorparsi, a creare sinergie, stimolando la concorrenza in un mercato sempre più europeo.
Secondo Martini la convergenza fra le due Regioni, insieme al parere espresso dalla Provincia di Grosseto e da molti dei Comuni interessati, dovrebbe tagliare la testa alla discussione sul percorso dell’autostrada che per quanto riguarda il tratto confinante con il Lazio ha visto la Regione per il tracciato «costiero» e il ministro Lunardi per quello «interno». «L’intesa istituzionale firmata il 18 aprile scorso da Governo e Regione prosegue Martini stabiliva che sarebbe spettato alle due Regioni propone la soluzione base sul tracciato. Ora l’identità di vedute dei due soggetti maggiormente interessati può chiudere positivamente la discussione sul tracciato e sgombrare il campo dalla riproposizione di soluzioni che non hanno il necessario consenso».