Toscana

Sta per nascere a Livorno un «complesso» da record

di Chiara DomeniciLa maniera in cui costruiremo le nostre chiese costituirà la manifestazione per eccellenza della qualità della nostra vita ecclesiale, della nostra vita di comunione nel corpo di Cristo»: così Bouyer commenta i nuovi complessi religiosi in Architettura e liturgia (Ed. Quiquajon ’94 pag. 12) ed è su questa base che ha preso forma la nuova chiesa della Santissima Annunziata dei Greci di Livorno.

Il progetto nacque con un iter del tutto particolare: durante i primi mesi del 1999 la diocesi labronica promosse un concorso per elaborare un disegno del nuovo complesso parrocchiale; la giuria, presieduta dal professor Glauco Gresleri, direttore della rivista «Parametro», insieme a monsignor Vincenzo Gatti, liturgista e all’architetto Adriano Podenzana urbanista del Comune espresse il proprio giudizio, scegliendo l’idea dell’architetto Ferruccio Della Fina, perché perfettamente integrato con il piano comunale previsto per l’area, perché rispettoso della liturgia ed in grado di promuovere bene lo scambio e l’attività tra le persone che vi avrebbero vissuto.

Da quella data poi si passò alla concessione del terreno, alla licenza edilizia, alla firma del decreto per il contributo dell’Otto per mille della Conferenza episcopale italiana, che sostiene in gran parte il progetto, fino ad arrivare a pochi giorni orsono, in cui sono partiti i lavori al cantiere della nuova chiesa.

Si tratta del complesso religioso più grande della città: con i suoi 13.558 mq di superficie, servirà due interi quartieri: La Leccia e Scopaia, cresciuti a dismisura nell’ultimo decennio, al punto da raggiungere quota 13.000 abitanti, molti dei quali sotto la soglia dei 20 anni.Finora la comunità della Santissima Annunziata dei Greci aveva vissuto le sue celebrazioni in una ex villa padronale e a causa delle ristrettezze dei locali il parroco, don Giorgio Eschini, spesso era stato costretto a celebrare matrimoni, battesimi ed altri sacramenti in altre chiese. Il nuovo complesso, in linea con il progetto di qualificazione ambientale e potenziamento dei servizi di tutta la zona, stilato dal Comune di Livorno, vedrà la nuova chiesa sorgere accanto a spazi verdi, alla casa canonica, ad un salone plurifunzionale, a portici e aree libere, ad un teatro e ad aree da destinare allo sport. Lo stile del complesso ricalca le costruzioni religiose dell’epoca moderna, così come i materiali, dove il cemento è sapientemente dosato insieme al legno ed il vetro riacquista tutta la sua trasparente proprietà.La chiesa si affaccia sul sagrato, memoria storica delle piazze antistanti le chiese e spazio aperto del quartiere, mentre il resto degli edifici si snoda intorno a due chiostri, uno più grande e l’altro più piccolo e al campanile, alto più di 20 metri. Particolare è l’aula dell’assemblea, sormontata da una cupola a pianta ottagonale, completamente in vetro, con un’apertura circolare a cielo aperto, da cui scaturisce un cono di luce che illumina l’altare.Un’apertura simile illumina anche il fonte battesimale, mentre una vetrata artistica ispirata al tema della riconciliazione, rischiarerà la cappella della riconciliazione, un ambiente riservato e accogliente, posto vicino all’ingresso della chiesa: quasi ad inizio del percorso spirituale. Il giardino occuperà un’area di oltre 5.000 metri quadrati. Per realizzare l’intera opera occorreranno quasi due anni ed in termini economici la spesa sarà sostenuta in gran parte dalla Conferenza episcopale italiana e per il resto dalla diocesi, con il contributo dei parrocchiani.Durante la cerimonia di apertura dei lavori il vicario generale della diocesi, monsignor Paolo Razzauti ha invitato la parrocchia a far partecipe tutto il quartiere di questa costruzione, ribadendo che il complesso sarà al servizio di tutti, mentre il vescovo, monsignor Diego Coletti, ha invitato a ritrovarsi nuovamente a metà dei lavori per mantenere alta l’attenzione su questa opera per la città.

Nuove chiese: né vele, né navi