Toscana

Gantin: «Io, per 25 anni accanto a Giovanni Paolo II»

DI BERNARDIN GANTIN Decano emerito del Collegio cardinalizio Da 25 anni seguo passo dopo passo Giovanni Paolo II e ringrazio il Signore per quanto ho appreso standogli vicino. Come Decano del Collegio Cardinalizio sino al 3 dicembre 2002 prima del mio ritorno in Benin, ho avuto la grazia di accostare ogni settimana il Santo Padre e di presentargli, come Prefetto della Congregazione per i vescovi, i candidati all’episcopato del mondo intero. Più volte sono stato mandato come Inviato pontificio o Inviato speciale e straordinario alle celebrazioni religiose ed ecclesiali promosse in varie parti del mondo. In questi 25 anni Giovanni Paolo II ha dato la sua vita per il mondo. Anche oggi, carico di anni, si spende per il bene dell’umanità senza mai stancarsi. Il segreto, che fa da punto di appoggio a tutta la sua quotidiana fatica apostolica, è la sua vita santa. Giovanni Paolo II ci ricorda questo e soprattutto questo: solo con una vita santa si cambia il volto del mondo e si redime il mondo. È questa la prima lezione che proviene da questa fausta ricorrenza. Mai, in un contesto di globalizzazione come il nostro, i temi della libertà, della pace, dei diritti umani, della solidarietà sono stati così dibattuti e promossi, sia a livello politico che popolare. Anche in questa direzione ha inciso la predicazione costante del Papa pellegrino per le strade del mondo. I suoi interventi a livello planetario, nazionale, regionale e locale, hanno aperto nuovi orizzonti e nuovi impegni. È in questa direzione che cogliamo la seconda lezione di Giovanni Paolo II. La vita umana, i temi dell’etica, il valore del matrimonio, la famiglia: questa è la terza lezione di Giovanni Paolo II che nel suo quotidiano magistero cerca di entrare nelle coscienze dei credenti e dei non credenti sia per confermarli nella fede, sia per additare loro la giusta strada indicata dai Comandamenti. In questo venticinquesimo anno di servizio petrino Giovanni Paolo II ci lascia un magistero ampio ed articolato. Sa stare bene con gli ultimi Giovanni Paolo II, ma anche con i primi della classe, perché a tutti non ha soltanto qualche cosa da dire, ma anche qualche cosa da dare. Mi piace ricordare soprattutto il suo amore per il Continente africano: il Sinodo per l’Africa; le visite compiute in quasi tutti i Paesi dell’Africa; gli incontri con tutti i vescovi, con i capi di stato e di governo. Ogni incontro, ogni visita per dare all’Africa un futuro degno della sua fede, della sua storia e della sua civiltà. Auguri, Padre Santo! Il Signore ti conservi ancora a lungo!