Toscana
Coppie di fatto, un voto frutto di miopia politica
Il voto di mercoledì 26 ottobre ha un valore puramente simbolico. Su proposta del consigliere Pieraldo Ciucchi (Sdi) il Consiglio regionale della Toscana inoltra alla Camera una proposta di legge che dia la possibilità di stupulare accordi per costituire una «unione di fatto» tra «due persone maggiorenni, non unite in matrimonio fra loro o con altre persone» e che la equipari al nucleo familiare per ottenere mutui agevolati, contributi e facilitazioni per i servizi socio-educativi, socio-sanitari e formativi. La proposta è passata a maggioranza (21 a 15) con il voto contrario della Margherita, spaccando così l’alleanza di centro-sinistra che guida la regione. Duro il commento del vescovo di Prato mons. Gastone Simoni. delegato della Conferenza episcopale toscana per i problemi sociali, che al nostro settimanale ha dichiarato di sentirsi «amareggiato per l’ostinazione di alcuni laicisti». Sulla vicenda interviene anche il presidente del Forum toscano delle Associazioni familiari che giudica il voto un atto «di miopia politica».
Ecco il testo integrale dell’intervento di Alfonso Cipriani, presidente del Forum toscano delle Associazioni familiari:
L’approvazione della proposta di legge Ciucchi, da parte del Consiglio regionale della Toscana, è frutto di miopia politica e di un tentativo di compromesso per altrettanto miopi interessi che hanno perso di vista l’interesse comune di salvaguardare quel bene prezioso per la nostra società che è la famiglia fondata sul matrimonio.
Si è dimenticato che il patto matrimoniale, consapevolmente scelto e sottoscritto da un uomo e da una donna, testimonia la volontà dei due di voler uscire dalla propria posizione anagrafica di “single” per porsi in relazione con la società nella quale vivono, come soggetto sociale dichiarando così, da un lato, di volersi assumere i compiti specifici indicati dal legislatore nel nostro Codice Civile e, dall’altro, di aspettarsi i diritti che a tale soggetto sociale competono a sostegno della funzione assunta.
Il «sì» alle unioni di fatto altro non è che un invito a due soggetti che vogliono conservare la loro posizione di “single” a sottrarsi agli impegni che il soggetto famiglia si assume con la sottoscrizione del contratto di matrimonio ed una indebita ingerenza nella libera scelta dei due di rimanere ufficialmente single e di rifiutare il rapporto con la società nella quale vivono e le regole che la società si è data.
La miopia politica sta nel convalidare una prassi, nata anche dalle disattenzioni della generazione più anziana, delle forze politiche e di altri, che hanno abituato i nostri figli a pretendere di avere senza il corrispettivo impegno a dare e a costruire, anche con sacrificio.
Noi del Forum delle Associazioni Familiari riteniamo che sia necessario operare per una inversione di tendenza.
Assecondare l’andazzo per non creare scontenti, nascondersi dietro il pietismo delle situazioni di bisogno o la paura di penalizzare i gay è sbagliato.
Unioni di fatto, il dibattito in consiglio regionale