Toscana
Scorie radioattive, sopralluogo a San Piero a Grado
L’area militare Cisam (Centro interforze sviluppo applicazioni militari) di San Piero a Grado, nei pressi di Pisa, non sarà utilizzata per lo stoccaggio provvisorio di scorie provenienti da altre centrali e, anzi, quelle conservate in questa struttura saranno conferite al deposito nazionale, una volta che quest’ultimo sia realizzato. Sono queste le assicurazioni emerse nel corso della visita che nei giorni scorsi l’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci, insieme al presidente della Provincia di Pisa, Gino Nunes, al sindaco di Pisa, Paolo Fontanelli, e a tecnici del settore, hanno fatto all’area Cisam per visionare la struttura di ricerca e lo stato di conservazione delle scorie nucleari lì depositate. Ad accogliere la delegazione di amministratori è stato l’ammiraglio Andreuccetti che, accompagnato dallo staff tecnico, ha illustrato le attività degli impianti.
Si tratta di un’area di 470 ettari all’interno della quale le forze armate hanno sperimentato tecnologie avanzate fin dagli anni Cinquanta, quando l’allora Camen mise in funzione uno dei primi reattori nucleari installati nel nostro paese per scopi di ricerca in ambito militare. Dopo l’abbandono delle tecnologie nucleari in ambito militare, il reattore fu fermato definitivamente nel 1980 e fu avviata la fase di smantellamento. A quel punto l’interesse del centro si è spostata prevalentemente su altre tecnologie. Tutto il combustibile nucleare (che costituisce la parte più pericolosa delle scorie di terza categoria), sia quello «fresco», sia quello irraggiato, è già stato allontanato dall’area; l’ultimo carico è partito nel 2002 per la Francia.
Nel sito rimangono depositate scorie radioattive di seconda categoria con carico radiologico con tempi di decadimento ridotto (300 anni) frutto dell’attività pregressa del reattore e della raccolta di materiale radioattivo da vari enti della difesa. Si tratta di fusti inglobati in matrice di cemento depositati all’aperto. Questa situazione è temporanea, ma l’Ammiraglio ha assicurato che sono già partiti gli ordini per la costruzione di un nuovo capannone per un migliore stoccaggio dei fusti. A questo materiale si deve aggiungere quello che sarà prodotto dallo smantellamento del reattore. A giudizio dello staff tecnico durante questo smantellamento si produrranno solo scorie di seconda categoria.
«Dal colloquio con il direttore del centro afferma Franci è emerso che, in virtù dello stato giuridico particolare dell’amministrazione militare, quest’area non è interessata dallo stato di emergenza nucleare che ha portato alla nomina di un commissario delegato nella persona del generale Jean e quindi non sarà integrata con l’opera di smantellamento degli altri impianti. In particolare sarebbe escluso il fatto di utilizzare il sito di San Piero a Grado per lo stoccaggio provvisorio di rifiuti di terza categoria provenienti da altre centrali. L’unico punto di congiunzione con la sorte delle altre centrali sarà il conferimento di tutti i rifiuti, compresi quelli del Cisam, al deposito nazionale quando sarà pronto. Inoltre, in considerazione della tipologia di attività del centro, che è stato revocato dal piano di emergenza estremo, è emersa la disponibilità dell’amministrazione militare a considerare l’utilizzo di parte dell’area per usi civili».