Toscana
Attenti alla giustizia a dimensione mercantile
Son cose che non succedono tutti i giorni; e, quando capitano, è opportuno vederci chiaro, perché, se per caso le lamentele hanno un fondamento, bisogna metterci un rimedio, e alla svelta.
Ragionando dell’attuale progetto di riforma delle regole che governano la struttura e l’attività della Magistratura la Procura generale afferma senza mezzi termini che queste nuove regole, «anziché mirare seriamente alle garanzie sostanziali e alla efficienza del servizio giustizia», cercano piuttosto di «trasformare i magistrati in scolaretti».
Il proposito finale è formulato in modo lapidario: «la Magistratura non sarà mai un corpo di funzionari al servizio dei potenti di turno». Cioè resterà una magistratura moderna, fedele alla propria indipendenza e al principio costituzionale della divisione dei poteri. Costi quello che deve costare. L’Antico Regime non tornerà.
Allora, dirà qualcuno, si può star tranquilli. Nemmen per sogno: perché se la diagnosi fosse vera, se i fatti stessero come dice la Procura generale, ci sarebbe di che vegliare tutta la notte.
Bisognerà cercar di vederci chiaro: non per esser l’uccello del malaugurio, ma per farsi un’idea motivata di come stanno le cose in una materia che non è di certo secondaria.
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. In Toscana, ha spiegato il magistrato, «non risultano vere e proprie organizzazioni di natura mafiosa». La regione sembra piuttosto «costituire un buon terreno di investimento per organizzazioni malavitose». Si tratta in molti casi di organizzazioni di matrice straniera, che hanno soppiantato le tradizionali reti italiane. In particolare albanesi e slavi hanno il controllo del racket della prostituzione, mentre i nordafricani dominano lo spaccio di droga. Si va rafforzando la mafia cinese, specie a Prato.
TERRORISMO. La Toscana continua ad essere terreno fertile per il terrorismo interno. Ruello ha ricordato la presenza delle Brigate rosse, svelata in maniera drammatica dalla sparatoria del 2 marzo scorso sul treno RomaFirenze, e l’attentato all’ovovia dell’Abetone del 21 gennaio 2003.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. I casi sono «in lieve aumento». Ruello ha ricordato l’inchiesta fiorentina poi passata a Genova per la presenza di un magistrato di Firenze fra gli indagati su una serie di presunte irregolarità nelle procedure fallimentari e, soprattutto, le indagini livornesi anch’esse poi finite a Genova per la presenza fra gli indagati dell’ex capo dell’ufficio Gip di Livorno, Lamberti su un presunto «vero e proprio gruppo di potere» di cui, oltre a Lamberti avrebbero fatto parte anche il prefetto di Livorno, Gallitto, e quello di Isernia, Pesce.
OMICIDI. Sono in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e particolare scalpore hanno destato quelli commessi a Prato contro due barboni trucidati a bastonate la notte del 20 settembre 2002, seguiti dal tentato omicidio di una donna senza tetto e di un marocchino abbandonato sui binari della ferrovia. Tutti casi ancora irrisolti.
VIOLENZE SESSUALI. Risultano in lieve diminuzione ma continuano a destare preoccupazione perché molte avvengono in seno alle famiglie, soprattutto quelle di fatto. Sporadici risultano i casi di pedofilia nella regione. Per questo settore di reati a Pistoia il maggior numero di inchieste, con 54 casi registrati.
OMICIDI SUL LAVORO E AMIANTO. Anch’essi in lieve diminuzione, 33 le persone uccise, contro le 36 del precedente anno giudiziario. In particolare la relazione ha lamentato che continuano le morti di operai della Breda esposti all’amianto, anche se si registra una diminuzione: cinque casi di morte contro i 20 dell’anno precedente.
AMBIENTE. Preoccupanti per il pg Ruello il numero delle violazioni in materia di ambiente (573) e di tutela del territorio (2.795 le violazioni edilizie e urbanistica).
FALLIMENTI. Resta alto l’allarme per la criminalità economica legata ai fallimenti. Numerosi i procedimenti per bancarotta fraudolenta. Nel territorio pratese la situazione più allarmante, visto che si passa da 93 a 115 procedimenti iscritti a ruolo.