Toscana
Iraq, strage di sciiti in preghiera
“Le stragi che a Baghdad e Karbala hanno provocato decine di morti e centinaia di feriti, sono opera di persone che non hanno in nessuna considerazione il valore della persona umana”. E’ quanto ha dichiarato al Sir mons. Shlemon Warduni, vescovo caldeo ausiliare di Baghdad. “Hanno voluto colpire uomini in preghiera, riuniti per l’Ashura, una delle massime ricorrenze dell’Islam sciita, ha detto mons. Warduni. Questi sono giorni cari all’uomo che si rivolge a Dio. Invece siamo testimoni di scene terribili e che fanno paura. Dov’è la cultura, dov’è la religione, dov’è il timore di Dio? Per questo motivo invito tutti a pregare perché queste tragedie non accadano più”. “La religione non può essere usata per dividere ma per unire i popoli ha aggiunto Tutti dobbiamo amare Dio perché il nostro Dio è unico. Invece c’è chi vuole dividere gli uomini usando la religione”. Nonostante la gravità degli attentati mons. Warduni si è detto convinto che “non c’è relazione tra le due stragi e la firma della Costituzione provvisoria” approvata dal Consiglio di governo transitorio iracheno dopo molte discussioni. “Queste stragi coinvolgono in particolare la popolazione sciita e luoghi cari alla sua tradizione” come Karbala e la moschea della capitale dell’imam Mussa Al Khazem.
Circa la Costituzione provvisoria mons. Warduni si è augurato che questa “possa essere rivista soprattutto dove si richiama alla sharia islamica. Non si possono stabilire delle regole dettate dalla religione”. Per l’ausiliare di Baghdad, infatti, “il problema non è solo di culto ma investe quello più ampio della libertà umana”. Come dire non si può imporre a tutti, per esempio, “di indossare il velo o di non bere alcolici”. “Deve essere garantita libertà di parola, di culto e parità di diritti”. Ben venga allora “il 25% di donne nel futuro parlamento iracheno”. “Per risolvere questo problema cercheremo di dialogare con i nostri connazionali per tentare di tenere separati politica e religione perché la religione è per Dio, la nazione è per tutti. Una cosa è avere delle regole religiose e un’altra regole politiche. Ne parleremo con le parti sociali e religiose più aperte. Questa clausola dovrà essere rivista”. “Le future elezioni nel Paese – ha concluso – dovranno essere ben preparate. Se le cose restano così sarà difficile rispettare questo termine. Bisogna ricercare senza sosta pace, sicurezza e dialogo tra la popolazione e le religioni”.
Costituzione. Con un accordo raggiunto all’alba del 1° marzo è stata approvata la Costituzione provvisoria irachena che dovrà traghettare il Paese alle prossime elezioni. Tra i punti principali: elezioni alla fine del 2004, garanzia delle libertà fondamentali (culto, pensiero e parola), parlamento provvisorio composto per il 25% da donne, struttura federale del nuovo Stato, Islam religione ufficiale e fonte, non unica, di legislazione. Non potranno, pertanto esserci leggi contrarie all’Islam ma i principi religiosi non dovranno contrastare con i diritti individuali e le regole della democrazia.