Toscana

Firenze, Domenici torna a Palazzo Vecchio

di Manuela PlastinaIl risultato era abbastanza scontato: Leonardo Domenici è stato confermato Sindaco di Firenze. La sorpresa è che il dato è arrivato con due settimane di ritardo dopo un ballottaggio raggiunto grazie soprattutto al successo personale dell’unico candidato sindaco donna, Ornella De Zordo, e alle preferenze frammentate tra gli altri sette candidati in lizza. Domenici ha commentato la vittoria promettendo di riprendere il suo lavoro per creare un forte rapporto tra l’amministrazione e la città. Il Sindaco giudica un disastro il risultato del suo avversario nel ballottaggio Domenico Valentino, candidato dalle Casa delle Libertà, fermatosi al 34 percento delle preferenze: sintomo, dice Domenici, che il centrodestra ha molti problemi interni da risolvere. Non è d’accordo il diretto interessato Valentino che giudica molto positivo il proprio successo personale e definisce Domenici un «sindaco dimezzato che gode di una legittimazione limitata da una scarsa affluenza alle urne nei giorni del ballottaggio e dalle divisioni interne della sinistra» e promette di continuare dai banchi del consiglio comunale di Palazzo Vecchio la sua lotta contro il degrado di Firenze.

Mentre comincia il toto-Giunta per stabilire chi guiderà l’amministrazione a fianco di Domenici – con la conferma già annunciata degli assessori Matulli, Cioni, Lastri e Giani – i volti che riempiranno nei prossimi cinque anni i banchi del Salone de’Dugento sono al completo con l’ingresso di Giovanni Donzelli come quinto eletto di An a discapito del candidato sindaco Franco Cardini. Il noto storico fiorentino e la coalizione che lo ha sostenuto hanno già presentato ricorso al Tar per verificare i verbali e il libro dello scrutinio per verificare procedure che, a loro dire, non sono limpide e per ottenere quella manciata di voti che mancherebbero per far entrare il professore a Palazzo Vecchio.

Ma Donzelli non è della stessa opinione: secondo i suoi calcoli, alle liste che hanno sostenuto Cardini mancano oltre 500 voti per raggiungere quel 3% che consetirebbe al professore di entrare in Palazzo Vecchio.

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