Toscana
Condono, ecco la legge toscana
Abbiamo approvato una proposta di legge pienamente coerente con la battaglie che abbiamo condotto contro il condono: consentirà di sanare solo piccoli abusi e non consentirà nuove edificazioni. Così l’assessore regionale al governo del territorio Riccardo Conti commenta il testo approvato oggi dalla giunta regionale. La sentenza della Corte Costituzionale, se da una parte ha consentito alle Regioni di stabilire modi e caratteristiche del condono, e quindi di avere piena competenza sulla materia, dall’altra ha fatto salva la legittimità del condono stesso. Abbiamo quindi dovuto applicare un principio da noi non condiviso, ma lo abbiamo fatto nella maniera più restrittiva possibile, in modo che non abbia conseguenze negative per il territorio e l’ambiente della nostra regione.
Per quanto riguarda le costruzioni destinate a uso non abitativo, ad esempio quelle agricole, commerciali, artigianali e industriali, esistenti in zone destinate alla produzione o all’agricoltura, viene ammessa la sanatoria per ampliamenti non superiori ai 300 metri cubi e che comunque non oltrepassino del 30 per cento la volumetria originaria dell’edificio.
Per le costruzioni ad uso agricolo ampliate, si deve mantenere tale destinazione per venti anni dall’entrata in vigore della legge.
Non sono ammesse a sanatoria le opere abusive realizzate su immobili soggetti a vincoli statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici, dei parchi e delle aree protette.
Sono inoltre esclusi dalla sanatoria gli abusi nei porti, nelle aree demaniali, in terreni gravati da diritti di uso civico, e quelli che comportino un cambiamento d’uso d’immobile in contrasto con gli strumenti edilizi vigenti.
La misura minima dell’oblazione da pagare allo Stato è di 516 euro, alla quale viene poi aggiunta una cifra correlata ai metri quadri condonati (da 60 a 150 euro a metro quadro a seconda del tipo di abuso), e cui la Regione aggiunge un ulteriore 10 per cento da versare ai Comuni al fine si legge nella proposta di legge dell’attivazione di politiche di repressione degli abusi edilizi.
Devono poi essere pagati al Comune i contributi dovuti, per la dichiarazione di inizio attività o per la concessione edilizia, sia per gli oneri di urbanizzazione, sia per il costo di costruzione, in entrambi i casi aumentati del 100 per cento.
E’ divisa in due aree l’Italia del condono. E non sono divisioni geografiche ma politiche: le Regioni governate dal centrosinistra, Toscana in testa, in larga parte stanno varando provvedimenti che tendono a restringere fortemente l’utilizzo della sanatoria, quelle di centrodestra generalmente o aderiscono in toto alla legislazione nazionale o propongono restrizioni molto più limitate. Il quadro deve comunque ancora essere definito, visto che in molti casi le Regioni hanno espresso un loro orientamento ma non lo hanno ancora tradotto in un testo di legge.
Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Umbria si apprestano a legiferare. La Toscana è, tra queste, la prima Regione a aver superato il primo esame ufficiale, quello della giunta.
Non si hanno per ora notizie di Calabria, Lazio, Marche, Molise e Veneto.
Da notare che, qualora una regione non approvi una sua legge, su quel territorio sarà applicata la normativa nazionale.
Oltre alla Toscana, anche la Provincia di Trento non prevede in alcun caso la possibilità di condonare nuove costruzioni. Forti limitazioni sono previste anche da Emilia Romagna e Valle d’Aosta. L’Umbria prevede la possibilità di sanare nuove costruzioni fino a 750 metri cubi ma solo se conformi agli strumenti urbanistici. La Campania fino a 150 metri cubi per istanza e fino a 600 metri cubi per edificio. In linea con la normativa statale (per cui è possibile condonare nuovi edifici abitativi) Liguria, Piemonte, Puglia.