Toscana
Salvati dall’Ici i bilanci dei Comuni
In Toscana, il progressivo calo delle risorse statali è stato in parte bilanciato da crescenti trasferimenti regionali. Il peso dell’Ici (58% delle entrate tributarie, corrispondente a 880 milioni di euro) si è sostanzialmente assestato, così come quello dell’addizionale Irpef (quasi l’8% pari a 119 milioni di euro) in seguito al blocco in vigore dal 2004; la Tarsu, la tassa sui rifiuti (24%, 367 milioni di euro) non ha ancora perso terreno, visto che il passaggio a tariffa è abbastanza lento.
La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa, avanzata nella recente campagna elettorale dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e successivamente ripresa da esponenti del centrosinistra, comporterebbe una perdita di gettito stimabile in 3 miliardi di euro a livello nazionale, 293 milioni di euro in Toscana; ciò garantirebbe a ogni famiglia un ammontare aggiuntivo di risparmio in Toscana pari a 196 euro a famiglia da destinare ai consumi. Ma soprattutto a chi converrebbe questa «manovra»? La proposta, rileva il Rapporto, si tradurrebbe in una minore incisività dell’azione redistributiva, considerato che l’Ici sulla prima casa contribuisce, seppure in misura lieve, alla diminuzione della disuguaglianza. L’applicazione dell’Ici dimostra come i Comuni toscani abbiano ampiamente utilizzato il potere discrezionale di variare le aliquote.
Nella situazione attuale il margine di gettito ancora disponibile è scarso, soprattutto sulle seconde case e i fabbricati per uso non abitativo: in Toscana, infatti, più che in altre regioni, sono state concesse condizioni agevolate sulla prima casa recuperando la perdita con una tassazione più forte sugli altri immobili. L’incremento sembra dipendere da una efficace revisione delle rendite catastali. La diminuzione dei trasferimenti, il calo delle entrate ha reso indispensabile l’incremento dei proventi dei servizi, in pratica l’aumento delle tariffe. La finanza delle Province toscane appare complessivamente in buona salute. Non hanno perso risorse finanziarie grazie soprattutto ai trasferimenti regionali (23% delle entrate totali, ossia 326 milioni di euro), e possono contare su imposte sufficientemente elastiche rispetto al reddito (imposta RCA, imposta di trascrizione addizionale all’energia elettrica).
Diminuita la spesa corrente delle Comunità Montane toscane e potenziato gli investimenti (71 milioni di euro), soprattutto nel campo del turismo, il che ha comportato, a fronte di una sostanziale invariabilità delle entrate extra-tributarie e dei trasferimenti regionali, un maggiore ricorso all’indebitamento. Il dato positivo da evidenziare nel nuovo Rapporto sulla finanza pubblica in Toscana è per il neo assessore regionale al bilancio, Giuseppe Bertolucci, l’elevata spesa pro capite degli enti locali, superiore a quelli di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Lazio, nonostante le restrizioni imposte: i Comuni toscani hanno speso, nel 2004, 461 euro per abitante, a fronte di una media nazionale di 423 euro, le Province si sono attestate invece su 286 euro, contro i 210 nazionali. «Se questo avviene ha detto Bertolucci è anche grazie ai trasferimenti regionali, che negli ultimi anni sono aumentati, anche a compensazione delle sempre minori risorse provenienti dallo Stato».