Toscana
«Cinque pani e due pesci»: Famiglie aperte per amore
di Alessandra Pistillo
Quelle mura rosse che spuntano in mezzo al grande giardino che circonda la casa danno un tocco di colore in più al paesaggio verde. Il cane abbaia. Mi viene incontro Sonia Belgodere, membro dell’associazione «Cinque pani e due pesci», che insieme al marito Stefano, porta avanti l’attività della «Casina Rossa», una delle tre case-famiglia dell’associazione. Mi fa accomodare in cucina, con le mani impastate di pasta fatta in casa, e iniziamo la nostra chiacchierata. Ogni tanto qualche bambino entra nella stanza: due battute con mamma Sonia e poi via. Un’atmosfera serena.
La Casina Rossa è di proprietà di un ordine religioso che ha sede nella parrocchia di S. Ilario a Colombaia a Porta Romana, a Firenze. Già dagli anni ’50 la casa veniva utilizzata per ritiri spirituali o incontri e dagli anni 90 invece non è stata utilizzata perché richiedeva lavori di ristrutturazione. Nel 1997 l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Silvano Piovanelli, sentito il parroco di S. Ilario, propose all’associazione di utilizzare la casa per le proprie attività di accoglienza. L’Associazione è nata nel 1991 come un gruppo di 4-5 famiglie. Oggi le famiglie sono più di 20, con tre famiglie che risiedono appunto nelle tre case di accoglienza. Dal 1999 Sonia e Stefano abitano qui con i loro quattro figli naturali e alcuni figli in affidamento.
L’associazione ha poi altre iniziative, come gli incontri invernali: si tratta di incontri domenicali fatti ogni due settimane. «Queste iniziative possono colmare quei momenti o periodi in cui i bambini possono essere meno seguiti dalle attività istituzionali come la scuola o l’assistenza in genere, con le quali instauriamo rapporti di collaborazione e scambio».