Toscana

San Rossore e l’energia, il meeting delle contraddizioni

di Marco BenniciI numeri di questa sesta edizione del meeting di San Rossore sono impressionanti come, d’altronde, le contraddizioni che fin dall’inizio lo hanno caratterizzato. Energie alternative e ambiente sono state le tematiche affrontate quest’anno da oltre 47 relatori. Due giorni di appuntamenti per stendere un’agenda delle cose da fare ma anche per portare allo scoperto alcune grosse questioni che contrappongono il presidente Martini all’attuale Ministro dell’ambiente. Due tendoni bianchi installati al centro della riserva naturale pisana sotto cui affrontare un programma articolato in due appuntamenti comuni per le mattine del 20 e 21 luglio e due calendari diversificati nel pomeriggio.

Pannelli solari di ultima generazione che producono idrogeno, immagazzinandolo in bombole e in celle; ventilatori che girano proprio grazie a questo idrogeno prodotto nel modo più pulito; una bicicletta a pedalata assistita alimentata da mini bombole; un frigorifero che funziona con l’idrogeno prodotto dai pannelli solari. Tutto questo è stato in mostra a San Rossore. La Toscana è all’avanguardia in Italia proprio nella produzione di impianti che consentono di sfruttare l’idrogeno nelle attività economiche.

Una Regione all’avanguardia anche nell’affrontare i cambiamenti climatici degli ultimi anni, come ha espressamente affermato il climatologo Giampiero Maracchi. Occorre proseguire sempre più sulla strada della tutela dell’ambiente, ha affermato il ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che ha anche avanzato molti punti interrogativi nei confronti del progetto di rigassificatore off-shore da costruire al largo di Livorno e Pisa.

Martini però fa orecchi da mercante: «Il ministro non ha posto alcuna questione di merito. Anzi, in privato mi ha detto che non comprende l’opposizione, aggiungendo che una volta costruita la nostra piattaforma nel Tirreno non ne servirebbero più». In questo infinito gioco del cerino della piattaforma Olt, Martini ha chiesto nuovamente al governo di collaborare al fine di superare veti ed inerzie registrati negli ultimi tempi. Polemiche anche sull’inceneritore di Sesto Fiorentino. Il Ministro è tornato a ribadire che l’incenerimento dei rifiuti «crea problemi al rispetto del protocollo di Kyoto», proponendo la realizzazione di uno «studio europeo sull’effetto delle nanopolveri sulla salute».

Tra tante voci non è mancata un’icona delle denunce contro il «sistema». Beppe Grillo, a conclusione delle prima giornata di lavori, ha tirato avanti per un’ora con un suo monologo. Interrotto solo dagli applausi, con le sue parole è volato sopra tutti gli argomenti a lui più cari. Dal secco no agli inceneritori, alla richiesta di un netto cambio di rotta nei consumi energetici, nelle politiche dei trasporti e negli stili di vita, il comico genovese ha avanzato anche una richiesta precisa al presidente della Regione Toscana: dialogare con le posizioni che esprimono contrarietà agli inceneritori e che sostengono le campagne contro la diffusione di agenti inquinanti.

Forti contestazioni a San Rossore sono arrivate da «Altromeeting». Un contromeeting voluto da comitati e organizzazioni ambientali per chiedere al presidente Martini di ritirare l’autorizzazione per la realizzazione del rigassificatore, abbandonare la politica degli inceneritori, ripubblicizzare l’acqua e sostenere l’agricoltura biologica. I comitati hanno chiesto anche di sospendere le procedure autorizzative per il rigassificatore di Rosignano e di richiedere al Governo una coerente pianificazione energetica nazionale. Energie alternative, non solo idrogeno. La visione con cui si è chiuso questo «sesto meeting new global» è nello stesso tempo molto confusa e molto ampia. Sono state tracciate le prospettive del futuro uso del petrolio. Franco Bernabé – suscitando le critiche di molti dei presenti – si è detto convinto che «le riserve del petrolio non sono un problema e le rinnovabili saranno a lungo ancora un prodotto di nicchia».

Si è parlato di biomasse, dell’uso di combustibili biocompatibili su cui l’Università di Firenze e il Crear (Centro Ricerca Energie Alternative e Rinnovabili) da tempo stanno lavorando. Si è parlato di pannelli solari, di fotovoltaico e della produzione di biocarburanti. La scommessa per salvare il pianeta malato di inquinamento, insomma, non è ancora persa, ma il cammino da fare sembra tutt’altro che facile.