Toscana
Tav, i conti non tornano
Ma se il traguardo è finalmente vicino non mancano certo i problemi. La spesa complessiva si è quintuplicata, fino ai 5 miliardi di euro di oggi. Gli anni persi sono già cinque, visto che avrebbe dovuto entrare in esercizio nel 2003. Gli standard di sicurezza sono tutti da verificare, perché per circa 60 km di tracciato manca la galleria parallela di soccorso. E il «nodo di Firenze» (tunnel sotterraneo e nuova stazione) è ancora da definire e non potrà essere pronto, nella più ottimistica delle previsioni, prima del 2012. Ma soprattutto i cantieri lasciano alle spalle un territorio ferito, con sorgenti, torrenti e pozzi prosciugati. Milioni di litri di acqua che si riversano nelle gallerie. Solo in quella di Firenzuola il getto è di 450 litri al secondo, più o meno 30 metri cubi all’ora. Quell’acqua deve essere depurata e portata in superficie per ridar vita artificialmente ai torrenti prosciugati, in un effetto «presepe» motorizzato.
Sembra quindi fuori luogo il trionfalismo sbandierato nei giorni scorsi dal presidente della giunta regionale Claudio Martini , nel corso di un sopralluogo ai cantieri, quando ha invitato tutti a un «po’ di patriottismo dolce», per un’opera «di cui gli altri Paesi andrebbero sicuramente fieri». «L’Alta Velocità ha dichiarato Martini è un’opera importante che ci chiama certo a fare interventi di ripristino ambientale, ma non è un’opera di cui il Paese dovrà vergognarsi. Non è insomma un buco nero di sprechi e cantieri poco sicuri, come certe campagne mediatiche hanno lasciato intendere ultimamente».
«La visita di Martini commenta il capogruppo dell’Udc in consiglio regionale, Marco Carraresi è stata inutile e capziosa. Il vero motivo infatti non era vedere e capire, ma alzare una bella facciata per nascondere i problemi. Che invece ci sono. Non a caso si è deciso in tutta fretta di organizzare una bella gita ad uso di giornalisti e telecamere all’indomani dei servizi televisivi delle Iene sull’alta velocità. Era dal febbraio scorso che il gruppo Udc chiedeva che venisse visitata la galleria di Firenzuola, dove si è demolito e rifatto un tratto di quasi due chilometri. Ma questa visita ci è stata sempre negata».
Ricostruzione ineccepibile. Il caso infatti era stato rilanciato nei giorni scorsi dal programma televisivo di Mediaset. Gli inviati delle «Iene» erano andati a vedere perché il consorzio Cavet stava distruggendo a suon di dinamite un bel tratto della galleria di Firenzuola per poi ricostruirlo. Un intervento che alla fine potrebbe costare qualcosa come 30 milioni di euro. Perché? Davanti ai microfoni della «Iena» Alessandro Sortino, Giuseppe Antonacci , un camionista di 40 anni, di Trani, dipendente in Toscana di un’azienda che sta realizzando in subappalto la galleria, si era lasciato scappare la più ovvia delle risposte: «Si vede che l’avevano fatta male». Il giorno dopo, via fax, era arrivato il licenziamento in tronco del camionista. Decisione a effetto boomerang, perché la vicenda era approdata su tutti i giornali e le tv nazionali e perfino nei consigli comunali del Mugello.
Da qui la visita di Martini, accompagnato dagli assessori Marino Artusa (ambiente) e Riccardo Conti (trasporti). Un sopralluogo organizzato in gran fretta, che ha fatto arrabbiare anche i sindaci del Mugello, e la Comunità Montana che si sono detti «sinceramente dispiaciuti per non essere stati invitati e coinvolti dalla Regione». Una gaffe anche poco comprensibile, vista la comune militanza politica nel centro-sinistra. Ma i primi cittadini di Borgo San Lorenzo, San Piero a Sieve, Scarperia, Firenzuola e Vaglia, non ne fanno solo un problema di etichetta, denunciando che da Martini sono «stati forniti dati e informazioni su progetti riguardanti l’impiego delle risorse dell’addendum per la mitigazione ambientale senza che ne fossero stati discussi e approfonditi gli aspetti nelle sedi istituzionali preposte». Nel 2002, dopo che la magistratura aveva aperto un’inchiesta per «disastro ambientale» contro la Tav (il processo è in corso), si era raggiunto un accordo per 53 milioni di euro di opere di ripristino ambientale in Mugello. Ma a parte il progetto «cisterne» (contributi per cisterne di raccolta , finanziato per 500 mila euro), tutti gli altri sono ancora fermi o in ritardo, tanto che la Tav non eroga le quote pattuite.
«Il giorno prima della visita di Martini commenta Marco Carraresi la Giunta regionale ha approvato accordi per la realizzazione di acquedotti e fognature in Mugello. Peccato che quegli interventi fossero previsti già nell’Addendum del 2002, e scontano ritardi sempre più gravi. Per non dire di opere che invece neppure erano previste e che, all’insaputa addirittura dei sindaci mugellani, sono state presentate, come l’impianto fotovoltaico. Per cercare di dimostrare che qualcosa comunque si sta facendo».
Per Marco Carraresi la situazione è «preoccupante»: «tre gallerie lesionate, un sistema di sicurezza nell’attraversamento dei tunnel che lascia molti dubbi, le opere di recupero ambientale indietro di anni, poche idee chiare e nessuna concretezza sugli invasi da realizzare per i fabbisogni idrici del Mugello, scarsa trasparenza nelle opere accessorie, le cosiddette contropartite, realizzate in questi anni nei comuni attraversate e costate centinaia di milioni di euro, idee confuse sul nodo di Firenze e sul futuro di Santa Maria Novella. Le telecamere Martini le ha ottenute. Ma i problemi restano».
Per saperne di più
La Tav sul sito della Regione Toscana
Il sito di Rfi, la rete ferroviaria