Toscana
Immigrati e mercato del lavoro
Eccettuata la modesta crescita del 2004, la Toscana si trova in recessione dal 2002. Nell’ultimo anno la crisi ha colpito in modo generalizzato l’industria e l’agricoltura ed anche i servizi non hanno avuto esiti brillanti: in questo quadro di molte ombre fanno eccezione alcuni settori particolari come le costruzioni ed il turismo. In termini occupazionali la flessione del PIL ha causato una contenuta diminuzione della domanda di lavoro: l’industria nel complesso ha fatto registrare il calo più importante, mentre le costruzioni hanno continuato ad avere un andamento positivo.
La Toscana è divisa in aree molto diverse tra loro per dimensioni e caratteristiche economiche, e per questo una analisi sul lavoro degli stranieri deve scendere fino al livello provinciale. Il 31% dei lavoratori stranieri assicurati all’Inail lavorano a Firenze; alle spalle del capoluogo c’è Prato, dove sono occupati ben il 18,1% degli assicurati. Tutte le altre province ospitano meno del 10% dei lavoratori stranieri: Arezzo ne ha il 9%, Siena l’8,1%, Pisa il 7,7%, Lucca il 7,2%, Livorno il 5,9%, Pistoia il 5,6%, Grosseto il 4,7% e Massa Carrara il 2,7%.
La distribuzione dei lavoratori stranieri è fortemente influenzata dalle dimensioni delle economie provinciali: non ha caso tra Firenze e Prato ospitano da sole la metà degli assicurati stranieri. Al contrario, calcolandone l’incidenza sul totale dei lavoratori possiamo sapere che ruolo giocano i lavoratori stranieri nelle singole economie provinciali. Come abbiamo già detto su 100 lavoratori toscani 12,8 sono stranieri: è possibile dividere le province tra quelle in cui l’incidenza degli stranieri è più alta o più bassa della media toscana.
Questo valore è più alto a Prato (17,5%), Arezzo (14,1%), Firenza (13,9%) e Grosseto (12,9%).
Valori più bassi della media regionale si trovano a Siena (12,4%), Pistoia (12,1%), Lucca (10%), Pisa (9,9%), Livorno (9,3%) e Massa Carrara (8,7%).