Toscana
Dalla donazione al trapianto un percorso di qualità
La Toscana è la prima regione in Italia a dotarsi di questo «bollino di garanzia». Ma non c’è solo questo di nuovo. Infatti, le Aziende sanitarie locali dovranno garantire ai pazienti che sono in attesa di un trapianto di organo un percorso in sette tappe. L’itinerario è tratteggiato in una delibera (la n. 651 del settembre scorso) che la Giunta regionale toscana ha approvato per regolamentare il «percorso assistenziale sui trapianti di organo». Soprattutto nell’allegato 1 viene specifica il cammino da seguire.
Il percorso inizia con il paziente che si rivolge al medico di medicina generale (Mmg). Quest’ultimo dopo le analisi del caso indirizzerà la persona all’Unità operativa specialistica di riferimento della propria Asl dopodiché ci sarà la segnalazione del caso al Centro trapianti di riferimento regionale per la tipologia di organo. A questo punto il paziente verrà inserito nella lista di attesa e, infine, si arriverà al trapianto e al decorso post-operatorio con il conseguente programma di «follow-up». Al punto 7 dell’allegato si stabilisce anche l’«accesso alle prestazioni sanitarie all’estero». In questa sezione viene stabilito che un paziente in lista di attesa in un centro trapianti nazionale possa «richiedere l’autorizzazione all’iscrizione in una lista estera».
Questo passo però comporta «l’uscita dalla lista di attesa nazionale». «Nel complesso commenta Franco Filipponi, responsabile dell’Organizzazione Toscana Trapianti, la struttura organizzativa regionale che presiede alle attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule la rete toscana oggi appare organica e attiva su tutto il territorio per ogni tipo di trapianto e monitorata grazie ad uno specifico programma di qualità secondo standard migliori rispetto a quelli richiesti a livello nazionale».
Non solo. «L’opportunità conclude Filipponi di ricevere un trapianto in Toscana è doppia rispetto alla media nazionale e la qualità dei centri di trapianto di organi, tessuti e cellule è considerata una eccellenza». Il presidente regionale dell’Associazione italiana per la donazione di organi e tessuti (Aido), Vincenzo Passarelli ricorda che è possibile esprimere il proprio consenso all’espianto di organi in caso di decesso in quattro modi: «Con una registrazione alla banca dati del ministero della Salute, da effettuarsi all’Asl; attraverso il tesserino inviato nel 2000 dall’allora ministero della Sanità; tramite la tessera di un’associazione donatori o firmando una dichiarazione di volontà su un foglio comune».
Ma c’è anche un parere negativo rispetto alla delibera regionale. «La delibera della regione Toscana secondo la onlus Associazione malati di reni ha negli intenti il miglioramento del servizio offerto per quanti aspettano un trapianto o sono trapiantati. Ma al punto 7 dell’allegato l’Accesso alle prestazioni sanitarie all’estero troviamo recepito quanto contenuto nella bozza di decreto ministeriale, già dal 2005 contestato dalle Associazioni, ovvero, l’impossibilità burocratica di recarsi presso un centro europeo per essere inseriti in lista di attesa. Infatti in tal caso c’è l’obbligo della cancellazione dalle liste di attesa in Italia, in aperto contrasto con quanto contenuto nelle linee guida ministeriali per l’iscrizione in lista di attesa che consente l’iscrizione in due centri italiani, uno nella regione di residenza e uno nel resto d’Italia, offrendo quindi due opportunità».