Toscana

Regione, un bilancio del 2006 e le prospettive per il 2007

di Andrea FagioliCome vuole la tradizione, i presidenti del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, e della Giunta regionale, Claudio Martini , hanno incontrato la stampa per quello che viene definito «il tradizionale scambio di auguri», che comporta una sorta di bilancio dell’anno appena trascorso e di prospettive per l’anno appena iniziato. Nencini (nella foto, durante la conferenza stampa) ha ricordato le 72 proposte di legge presentate in Consiglio, le 48 leggi e le 129 deliberazioni approvate insieme a 87 mozioni e 22 risoluzioni nel corso del 2006.Il presidente del Parlamento regionale, insieme al vicepresidente Paolo Bartolozzi (Fi) e al membro dell’Ufficio di presidenza Giuliana Baudone (An), ha spiegato che tra le leggi più importanti approvate dall’assemblea toscana ci sono quelle dedicate alla polizia municipale e comunale, alla responsabilità sociale delle imprese, al servizio civile regionale, agli interventi a favore delle vittime del terrorismo, ai piani e programmi pluriennali della Regione e al nuovo regolamento interno del Consiglio. Sul fronte dell’attività istituzionale la sede del Consiglio regionale (a Firenze in Palazzo Panciatichi) ha ospitato 40 presentazioni di libri e di altrettante mostre insieme a 20 tra seminari e convegni. Tra le iniziative più importanti promosse dal parlamento regionale, Nencini ha ricordato le manifestazioni a carattere scientifico nell’ambito del «Pianeta Galileo», la Festa della Toscana con oltre 700 iniziative e il raduno degli «Angeli del fango» in occasione del quarantennale dell’ alluvione di Firenze.

Ma la questione che innesca la polemica, arriva da una domanda a proposito dell’omelia della Notte di Natale del cardinale Ennio Antonelli nel corso della quale l’arcivescovo di Firenze ha ribadito la non equiparabilità della famiglia fondata sul matrimonio alle altre forme di convivenza.

«Monsignor Antonelli rimane della sua opinione, io rimango della mia», replica il presidente del Consiglio regionale, che poi spiega: «Le unioni di fatto crescono per stato di necessità. Sono stati 21 mila i figli di queste coppie nati nel 2005. Abbiamo fatto in questo senso ancora poco. E poi – aggiunge Nencini – forse non vi siete accorti che i Pacs in Toscana esistono già. I consiglieri regionale possono infatti decidere a chi destinare, in caso di morte, il loro vitalizio. Mi risulta che una norma del genere ci sia anche per il Parlamento italiano. Se si fanno battaglie di principio, allora si facciano fino in fondo e si chieda a presidenti di Camera e Senato di revocare quel provvedimento».

Ricordata la norma che, all’articolo quattro dello Statuto regionale, esplicita «il riconoscimento delle altre forme di convivenza», Nencini ha poi osservato che quello toscano «è il miglior statuto possibile», e che la sua posizione sui Pacs «è appunto quella contenuta nello Statuto».«Caro presidente, ci rappresenti in molto ma non in questo», controbatte il vicepresidente Paolo Bartolozzi, che poi affida ad una nota le sue precisazioni.

«La Regione Toscana – spiega l’esponente di Forza Italia – non ha titolo per cambiare la natura della famiglia in Italia. La Costituzione della Repubblica individua in essa il primo nucleo della società civile e la fonda sul matrimonio naturale tra un uomo e una donna. Equiparare al matrimonio così concepito altre forme di convivenza è sbagliato sul piano umano, sociale e culturale. Nessuna ipotesi di “società aperta” e tollerante può confliggere con il matrimonio tra un uomo e una donna che sono chiamati naturalmente alla procreazione dei figli e alla loro educazione. Altre forme giuridiche che regolino la convivenza tra persone che scelgono liberamente di trascorrere la loro vita insieme possono essere accettabili solo se non mettono in discussione il ruolo centrale della famiglia così com’è configurata dalla nostra Carta Costituzionale. Per una manciata di voti è impossibile barattare una scelta di fede, per chi crede, ma anche di civiltà per chi, anche laico nell’accezione che si dà a questa definizione nel dibattito politico italiano, non vuole rinunciare ai grandi principi ideali che configurano le libere democrazie accidentali».

«In Toscana è importante – a giudizio di Bartolozzi – che ci siano forze interpartitiche che si oppongano non solo ai Pacs ma anche alla cancellazione di quei valori umani e religiosi che hanno reso più civile e solidale il mondo intero».

Entro febbraio il «sì» o il «no» di RifondazioneNell’altra conferenza stampa, il presidente della Giunta regionale ha preferito parlare di prospettive anziché di bilanci. «Il 2007 – ha spiegato Martini – sarà l’anno in cui porre le basi per il nuovo piano integrato per la cultura e per quello sanitario, ma anche per puntare sulle infrastrutture e sul ritorno alla competitività nei mercati internazionali. Il 2006 è stato – a giudizio di Martini – l’anno del Piano regionale di sviluppo, che ha definito le scelte strategiche della Toscana, e del bilancio, che ne ha delineato le linee pratiche di realizzazione. Adesso dobbiamo concentrarci su temi come il recupero di competitività dei nostri prodotti e delle nostre aziende all’estero e sulla qualità dei prodotti, sulla tutela ambientale, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, e sulle infrastrutture, per le quali nel 2007 dovremo avere i finanziamenti per aprire i cantieri». Ma anche in questa circostanza, a fare notizia sono le questioni poste dalle domande dei giornalisti, a partire da quella sul prossimo, probabile ingresso in Giunta regionale di Rifondazione comunista.

«Spero – risponde Martini – in una conclusione positiva entro febbraio. Se si continua a traccheggiare si produce instabilità e quindi occorre stringere i tempi. Fino ad allora, comunque, la Giunta rimarrà tale e quale», ha precisato il presidente riferendosi soprattutto all’assessorato alla cultura, vacante dalla scorsa estate. È infatti anomalo, come ricordato anche su queste pagine, che una regione come la Toscana e una città come Firenze, che vivono di fatto di cultura, non abbiano al momento un assessore in materia dopo le dimissioni di Mariella Zoppi e di Simone Siliani. La data di febbraio arriva dopo molti mesi di incontri tra la maggioranza di Toscana democratica e Rifondazione comunista. Originariamente era sembrato che la discriminante per un accordo fosse il Piano regionale di sviluppo, approvato a luglio con l’astensione del Prc, ma poi i tempi si sono dilatati: prima a novembre, poi a Natale, in occasione dell’approvazione del bilancio, sul quale Rifondazione si è nuovamente astenuta. Sui nodi dell’accordo Martini ha sottolineato la necessità di «una visione strategica e non mercantilistica». «Spesso i “no” di Rifondazione – ha detto – arrivano su temi che hanno già concluso il loro percorso, e penso al rigassificatore o al sottoattraversamento ferroviario fiorentino».

Consiglio regionale, proposte:• Completamento del nuovo regolamento interno del Consiglio• Abbattimento delle spese• Avvio del piano che riguarda la Fondazione del Consiglio regionale, dove si trovano i Fondi Luzi e Fallaci e che gestirà il costituendo Fondo per gli Angeli del Fango• Apertura di uno shopping center al piano terra di Palazzo PanciatichiTra le INIZIATIVE per il 2007:• Bicentenario Garibaldi• Convegno internazionale su Luzi Giunta, provvedimenti annunciati:• Piano energetico• Piano di indirizzo territoriale• Piano regionale di azione ambientale• Legge sui servizi pubblici• Piano promozionale• Programma di sviluppo economico• Piano sociosanitario• Piano integrato della cultura• Rifiuti:riduzione del 15% del totale e aumento della raccolta differenziata al 50% entro il 2010; realizzazione di un solo termovalorizzatore e adeguamento degli altri