Toscana

Elba, l’invasione dei «motobarbari»

DI MARCO LAPI«Naufragare» con le proprie moto da cross su una spiaggia elbana non è da tutti, ma quattro tedeschi, nei giorni scorsi, ci sono riusciti alla grande. Come ha reso noto Legambiente Arcipelago Toscano in un proprio comunicato, non riuscendo a risalire dalla spiaggia di Cala dell’Inferno (nome che per loro si è rivelato tutto un programma…) sono stati recuperati ormai a notte da un’imbarcazione della Capitaneria di porto. Successivamente, non si sa bene come, sono stati «tratti in salvo» anche i mezzi con i quali avevano raggiunto il suggestivo tratto di costa, nel comune di Rio Marina, violando ovviamente un bel po’ di articoli della legge 394 del ’91 e di quella regionale sul traffico fuoristrada.

Oltre a chiedersi quanto sia costato il recupero di uomini e moto e a sperare in una «sonora punizione pecuniaria» al termine delle indagini, Legambiente Arcipelago Toscano fa rilevare che l’incidente, chiamamolo così, è avvenuto pochi giorni dopo che l’associazione aveva sollecitato i sindaci a chiudere i sentieri ai mezzi motorizzati, dopo l’incontro in merito promosso già un mese fa dal viceprefetto vicario D’Attilio, che aveva a sua volta raccolto le lamentele di escursionisti e appassionati di mountain bike. Sta di fatto che folti gruppi, spesso stranieri e magari provenienti da paesi dove simili attività in un parco nazionale non sarebbero neppure pensabili, continuano ad invadere l’Elba grazie anche alla complicità e al supporto logistico di guide «indigene».

Non solo: Legambiente Arcipelago Toscano ha anche ricevuto la segnalazione di un sito austriaco, www.ktmadventuretours.at , che pubblicizza anche in italiano, con il marchio della famosa casa di moto da cross ed enduro, numerosi «tour» internazionali tra cui il «Tour 203 Isola d’Elba enduro», presentato con queste parole: «L’approccio ideale con il mondo dell’enduro. La scuola di enduro all’Elba è un classico nel nostro programma, la culla dei Ktm Adventure Tours. L’isola dell’enduro è il luogo ideale per entrare in un ambiente naturale indimenticabile e muovere i primi passi nell’affascinante mondo del Hard Enduro. I tour dell’Elba sono la giusta sfida per i principianti ma anche per i piloti di media bravura alle prese con i passaggi più difficili – ecco perché ci sono tanti “recidivi”, all’Elba. Ai meravigliosi scenari che hanno come sfondo il mare, si alternano i dolci promontori collinari della “perla” del mediterraneo. Un buon cappuccino al bar è il puntino sulla “i” di un tour di enduro perfetto».

«Le date previste all’Elba per il 2007 – fa notare Legambiente – riguardano tutti i fine settimana di marzo ed aprile e quelli di novembre e dicembre». Ma non basta: «Nel sito della Ktm si propongono anche altre destinazioni in Toscana, delle quali si pubblicizza, anche con foto, l’attraversamento di sentieri, mulattiere e siti incontaminati»: dal Chianti Classico al Ciocco e a Palazzuolo sul Senio; dal litorale livornese comprendente Castagneto Carducci e Bolgheri alla Maremma grossetana.

«Le foto che illustrano le proposte della Ktm per l’Elba – prosegue l’associazione – sembrano scattate in sentieri dentro il Parco nazionale o che si dirigono verso l’area protetta, e comunque dove l’attività di motocross è vietata dalla legge 394/91 e da quella regionale 48/94 sulla circolazione dei veicoli a motore al di fuori delle strade indicate come transitabili. Per questo chiediamo al presidente del Parco nazionale, all’assessore all’ambiente della Regione Toscana ed al ministero dell’ambiente di guardare bene quel sito per capire se esistano, all’Elba e altrove, violazioni della normativa. e per capire se queste attività abbiano i necessari nulla-osta. Chiediamo anche che la Ktm Adventure e le guide locali e le altre agenzie che organizzano raid di motocross siano chiamate a rendere noti e a concordare con Comuni e Parco nazionale i percorsi su cui intende svolgere i propri raid e che questo avvenga fuori dall’area protetta e dai sentieri interdetti al traffico a motore non autorizzato». E, già che c’è, il presidente del Parco nazionale potrebbe magari dedicare all’argomento anche una bella puntata di «Gaia».