Toscana
Energia, la Toscana è rimasta indietro
di Ennio Cicali
Utilizzare meno petrolio per ridurre l’impatto ambientale è la grande questione dei giorni nostri, per ridurre i consumi energetici e le emissioni di gas che alterano il clima. Affrontati a livello globale con il Protocollo di Kyoto, l’impegno per la definizione di politiche di sviluppo che integrino esigenze di sostenibilità e di tutela delle risorse naturali, sono temi di estrema importanza discussi nel convegno dedicato alle energie rinnovabili e alternative organizzato da Adiconsum, l’associazione consumatori della Cisl, e Apq, l’Associazione Progetto quadri e alte professionalità della Cisl. Non esiste una definizione univoca dell’insieme delle fonti rinnovabili; secondo la normativa di riferimento italiana, sono considerate «rinnovabili»: il sole, il vento, le risorse idriche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici.
La produzione di energia elettrica dalla geotermia è fortemente concentrata in Toscana (Pisa, Siena e Grosseto). A Larderello si trova uno dei primi impianti geotermici al mondo che risale al 1800. Una tradizione che arriva fino ai nostri giorni e che pone la nostra regione ai primi posti dello sfruttamento dell’energia rinnovabile dalla geotermia. La politica dell’energia è un fattore primario per il rilancio dell’economia perché il suo costo incide profondamente sullo sviluppo, afferma Maurizio Petriccioli, segretario generale della Cisl Toscana, a proposito del piano regionale sul risparmio. Tuttavia le energie rinnovabili alternative non possono sostituire quella tradizionale ma solo integrarla, sottolinea Petriccioli. «In Toscana esiste un gap che deve essere recuperato spiega un tema sul quale dobbiamo smettere di avere un approccio troppo ideologizzato ed essere più pragmatici». Opportunità da cogliere, secondo Petriccioli, come il gasdotto che attraverserà la Toscana o i gassificatori che potrebbero avere ricadute forti sull’economia regionale.
Favorevole al piano regionale la segretaria regionale di Adiconsum, Grazia Simone: «È positivo che la Regione abbia deciso di stanziare 15 milioni di euro per incentivare la costruzione di case ecoefficienti, in grado di contribuire al risparmio energetico. Non è ovviamente un punto di arrivo, ma una tappa su un cammino che bisognerà poi continuare, magari estendendo gli incentivi anche alle ristrutturazioni».
Una mezza bocciatura alla politica energetica regionale arriva invece da Federico Montomoli, segretario generale della Flaei-Cisl, la categoria dei lavoratori dell’energia: «Dal punto di vista della filosofia è condivisibile puntare a sostituire sempre più il petrolio come fonte di energia, ma dal punto di vista concreto rischiamo di avere solo un altro libro dei sogni, che resterà inattuato come è già stato per il piano precedente del 2000. Darsi come obiettivo di arrivare al 25% di energia, e addirittura il 50% dell’energia elettrica, prodotta da fonti rinnovabili è, allo stato attuale delle tecnologie, irrealizzabile. Per l’energia solare ci vorrebbero distese enormi di pannelli solari e per l’eolico ci sta pensando la Luis Vuitton Cup, con le barche ferme da 4 giorni, a ricordarci che il vento non soffia a comando. Un conto prosegue il segretario Flaei è l’obiettivo, condivisibile, di incentivare il ricorso alle energie alternative e a quelle rinnovabili, un altro è basarci sopra il piano energetico regionale; il che è semplicemente irrealizzabile».
«Piuttosto aggiunge Montomoli dovremmo puntare di più sul grande patrimonio di energia geotermica di cui dispone la Toscana. Una risorsa da sviluppare, per la produzione di energia e per quella di calore, per abitazioni e per aziende. Una risorsa avverte che sarebbe però estremamente pericoloso affidare in concessione con una gara come ipotizza la Regione». «Il convegno conclude Massimo Pazzagli, coordinatore regionale dell’Apq costituisce un’occasione per arricchire il bagaglio professionale dei quadri».