Toscana
Primo maggio con al centro il tema della sicurezza
Cinquanta manifestazioni sindacali per dire basta alle morti bianche: il Primo Maggio è dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma non sarà solo questo il tema scelto da Cgil, Cisl e Uil per celebrare la festa del lavoro. Di lavoro ci si ammala e allora il Primo Maggio diventa anche occasione per ricordare che le malattie professionali sono in aumento, dicono i sindacati. Di questi temi, ma anche di occupazione, parleranno i segretari regionali dei sindacati confederali. Luciano Silvestri (Cgil) sarà a Venturina, Maurizio Petriccioli (Cisl) a Prato, Vito Marchiani (Uil) a Follonica; mentre esponenti delle segreterie nazionali parleranno a Empoli (Paolo Nerozzi, della Cgil) e a Pistoia (Sergio Gigli, della Cisl).
Per la tutela dei posti di lavoro alla Richard Ginori, storica azienda della porcellana in crisi da anni e con un futuro incerto, ci saranno corteo e comizio a Sesto Fiorentino con intervento di Giovanni Ronchi, segretario generale aggiunto della Cisl di Firenze. A Castelnuovo Garfagnana (ore 20.30) verrà proiettato il documentario ‘Quel giorno di neve, storie di ordinaria precarieta”, dedicato alla crisi della tintoria di Castelnuovo. mentre a Gorfigliano, Seravezza e Stiava, comuni della Lucchesia, verrà deposta una corona al monumento ai caduti sul lavoro. A Montecatini Terme, il Primo Maggio si festeggia già da questa sera, con una non stop musicale che durerà fino a mezzanotte, mentre a Prato, in piazza Buonamici, è stato montato un maxischermo per assistere in diretta al tradizionale concerto di Roma.
“Sono già 26 nel 2007 le vittime di un lavoro che uccide – scrive Petriccioli -. Ci siamo impegnati per ottenere dalla Giunta Regionale una nuova legge sulla sicurezza e sugli appalti, ora dobbiamo chiamare alla responsabilità il sistema delle imprese affinché, accanto alla formazione e informazione dei lavoratori, venga definita una diversa organizzazione del lavoro, perché la competizione esasperata, l’assegnazione dei lavori con i sistemi di appalti e subappalti, la flessibilità e la precarietà, la marginalità del lavoro, il lavoro in solitudine, sono strettamente collegati all’insicurezza oggi presente sul lavoro. Anche per questo dobbiamo far uscire il lavoro da una precarietà che non è sostenibile sul piano sociale, che porta incertezza nel futuro e toglie speranze alle persone”.
Per questo, scrive ancora Petruccioli, “dobbiamo sostenere le politiche di stabilizzazione del lavoro precario nel pubblico e nel privato, dobbiamo sostenere la riforma degli ammortizzatori sociali, perché chi lavora con contratti flessibili non può avere meno tutele degli altri lavoratori. Ripartire dal lavoro oggi significa però anche rendersi conto che nel Paese è consistente una questione di perdita del potere d’acquisto di salari e pensioni, con i contratti privati e pubblici che non vengono rinnovati e le pensioni che hanno perso nell’ultimo decennio oltre il 30% del loro valore reale”.