Toscana
Si potrà pregare nelle Cappelle dei quattro nuovi ospedali
di Sara D’Oriano
Che si chiamino Spazi dello spirito, luoghi di culto o cappelle, potrebbe avere poca importanza. L’importante, in molti casi, è poterli trovare anche e soprattutto all’interno degli ospedali. Perché oltre al dolore, alla sofferenza fisica, di fronte al dramma della morte, o allo stupore della gioia, esiste un’esigenza più profonda e intima, l’esigenza dello spirito, obbligato, più o meno violentemente, a confrontarsi con un mistero più grande di noi stessi. E questo accade soprattutto negli ospedali, luoghi privilegiati di questo incontro-scontro con il dolore e la gioia, luoghi in cui giorno dopo giorno la vita si «abbottona» al suo mistero.
È cronaca di poco tempo fa la visita del regista e attore Roberto Benigni all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, invitato in giugno all’inaugurazione del nuovo «Spazio dello spirito» interno all’ospedale: «un luogo sobrio e funzionale ha ricordato il direttore generale dell’ospedale Meyer Paolo Morello Marchese progettato in forma circolare proprio per rafforzare il senso di raccoglimento, di vicinanza e di abbraccio. Un luogo che sia sede di liturgia ma anche spazio di dialogo tra le persone di culti differenti».
Detto questo, è anche vero che i cattolici, al di là di generici spazi dello spirito, sperano di trovare all’interno degli ospedali vere e proprie cappelle, dove pregare, assistere alla Messa e adorare il Santissimo. In questo senso, la preoccupazione che aleggiava in merito alla costruzione di quattro nuovi e grandi ospedali della regione, nei cui progetti sembrava non fosse previsto uno spazio del genere, si è risolta positivamente.
«La preoccupazione era reale spiega padre Renato Ghilardi, incaricato regionale per la pastorale della salute e a sollevarla era stato il vescovo di Prato Gastone Simoni. Ma è subito rientrata grazie all’immediato intervento dell’assessore regionale al diritto della salute Enrico Rossi, che ci ha rassicurato su un suo pronto intervento in merito». «In realtà spiega Paolo Brachi, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Prato i progetti per la costruzione degli ospedali di Pistoia, Prato, Lucca e Massa Carrara prevedevano la realizzazione di uno spazio polivalente e interconfessionale, ma a dire il vero poco definito e poco attento alle esigenze liturgiche delle varie comunità religiose che potranno in futuro essere presenti e aver bisogno di quel luogo. Lo stesso assessore Rossi ha riconosciuto questa svista e ha immediatamente provveduto alla modifica dei progetti, per cui al momento attuale si prevede la realizzazione di due zone dedite al raccoglimento: una dedicata al culto cattolico, la Cappella e l’altra a quello interconfessionale, lo Spazio dello Spirito che nascerà nel pieno rispetto delle identità di ciascuno e delle peculiari sensibilità».
E proprio a questo proposito è stato fissato nei prossimi giorni un incontro, voluto dal vescovo Claudio Maniago, direttore dell’Osservatorio giuridico legislativo (Ogl) della Conferenza episcopale toscana, condiviso con le autorità locali, per verificare e richiedere la sicurezza in merito a un argomento così delicato e su un progetto, quello dei nuovi ospedali, che da anni fa discutere, non solo per questo.
L’incontro avviene inoltre in vista del nuovo protocollo d’intesa che la Conferenza episcopale toscana e la Regione Toscana concluderanno a breve si parla di un mese proprio a riguardo dell’assistenza spirituale cattolica in strutture di ricovero. All’interno del protocollo, che si concretizza di fatto in convenzioni che i vescovi locali sono chiamati a stipulare con le Asl di competenza, si parla in maniera esplicita della creazione di spazi di culto all’interno degli ospedali, ritenuti un momento importantissimo e delicato nella vita spirituale dei cristiani e che come tale deve esser preservato e protetto.
Un traguardo importante che vede concordi tutti i suoi attori, ma che soprattutto mette al centro l’attenzione per l’uomo e la sua fragilità, in un momento, quello del dolore, in cui le parole tacciono per lasciare spazio al silenzio dello spirito.