Toscana

Apuane, dopo un incidente la «guerra dell’elisoccorso»

di Marco Lapi

Monica ce la può fare. Alla speranza e all’augurio dei familiari, degli amici e di tutti gli appassionati di montagna per un pieno recupero si sta pian piano aggiungendo, mentre scriviamo, quell’ottimismo che comunque, come sempre si dice in questi casi, non può essere che «cauto». Scivolata domenica 25 maggio durante una gita sociale del Cai di Pontedera sul Monte Cavallo (nella foto), nel Nord delle Apuane, è stata soccorsa con una certa difficoltà a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Il Pegaso dell’elisoccorso di stanza al Cinquale, infatti, non riusciva ad alzarsi a causa della nebbia. Sul versante garfagnino la situazione appariva migliore, ma mancava l’elicottero giusto. Dallo scorso 31 luglio, infatti, Castelnuovo non ne ha più la disponibilità, dato che la Regione lo ha tagliato per problemi di costi. Così, mentre una squadra partiva per raggiungere via terra l’escursionista ferita, il sindaco Sauro Bonaldi e l’assessore provinciale alla Protezione civile Emiliano Favilla, dopo un primo «no» da parte della Regione, hanno chiesto al Prefetto di Lucca la possibilità di utilizzare il monomotore antincendio non abilitato all’elisoccorso. Il permesso è stato accordato e così l’elicottero si è potuto alzare. Intanto, per il miglioramento delle condizioni meteo, anche il decollo dal Cinquale si è reso possibile: è andata a finire che sul Cavallo di elicotteri ne sono giunti due, mentre Monica, seriamente ferita, era già stata raggiunta dai soccorritori garfagnini saliti da Gorfigliano tramite la strada marmifera del Passo della Focolaccia.

Ciò che però ha più colpito, al di là dell’incidente in sé e delle dinamiche dei soccorsi, peraltro efficienti date le condizioni in cui si sono svolti, sono state le polemiche che ne sono seguite. Il sindaco di Castenuovo ha rivendicato immediatamente la necessità del ripristino di un mezzo adeguato in Garfagnana, mentre l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi ha stigmatizzato con incredibile durezza la decisione di far alzare in volo anche il monomotore antincendio. «È stato un volo inutile e potenzialmente pericoloso», ha infatti affermato. «Inutile perché il mezzo è arrivato a cose fatte, quando già un medico esperto portava alla signora le cure più intense; pericoloso per la presenza di due mezzi aree sullo stesso obiettivo. Quanto al dibattito, non nuovo, sull’organizzazione complessiva del servizio – ha aggiunto l’assessore – resto convinto che sia più opportuno, come programmato, garantire il servizio di elisoccorso notturno per tutti i 30 mila cittadini della Garfagnana, come faremo inaugurando l’apposita piazzola di Ortomurato il 14 giugno, piuttosto che moltiplicare le postazioni in varie vallate. Abbiamo studiato a lungo tutti gli aspetti del problema e le necessità della Garfagnana e possiamo assicurare gli abitanti e i visitatori della valle che il servizio di elisoccorso è ben organizzato in termini di sicurezza e di tempi di intervento, condizioni meteo permettendo. Una volta decollato Pegaso 3 ha infatti impiegato 9 minuti ad arrivare sul posto».

Già, «una volta decollato». E se le condizioni meteo sul versante massese non fossero migliorate? Ipotesi tutt’altro che peregrina, dato che le Apuane sono soggette, spesso e volentieri, ad annuvolamenti da ovest, ovvero dal mare, mentre i versanti garfagnini, nello stesso tempo, possono conservare una discreta visibilità proprio perché protetti dalla catena montuosa. Ma tant’è. L’assessore, anche nei giorni successivi, ha continuato a difendere a spada tratta il nuovo modello di elisoccorso regionale incentrato su tre postazioni (Cinquale, Firenze e Grosseto) corrispondenti ad altrettante «aree vaste», e ha presentato come fiore all’occhiello l’estensione del servizio notturno a tutto il Nord Ovest.

Amministratori a parte, anche agli uomini del soccorso alpino garfagnino non è che le parole dell’assessore abbiano fatto molto piacere. «Non vogliamo fare polemiche, vogliamo tenercene fuori – afferma il coordinatore Marco Bertoncini – ma ringraziamo le autorità della valle che si sono mosse. Da Castelnuovo l’elicottero si poteva alzare subito, da Massa non sapevamo come stavano le cose. L’importante è che sia garantito il soccorso in tempi adeguati. Vogliamo solo che le istituzioni si mettano attorno a un tavolo per risolvere serenamente il problema». È quanto invoca anche l’assessore provinciale Favilla ed è quanto auspica, in fondo, anche l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Castelnuovo, che – oltre a chiedere il ripristino del mezzo elisoccorso in Garfagnana o, in alternativa, la possibilità di utilizzare il mezzo antincendio (peraltro già usato in passato per interventi di soccorso alpino), o ancora lo stazionamento del Pegaso del 118 a Castelnuovo per sei mesi all’anno – esige che prima di eventuali tagli e razionalizzazioni «vi sia a monte sempre un confronto serrato con le istituzioni locali e che, nella realizzazione di tali proposte, si utilizzino gli eventuali risparmi nella direzione di nuovi servizi per i cittadini della valle».

La partita appare quindi tutta da giocare e l’inaugurazione della piazzola di Ortomurato, che il sindaco Bonaldi aveva minacciato di disertare, costituirà in ogni caso un primo momento di confronto. Appare comunque ragionevole che, dato il consistente numero di incidenti – molti dei quali purtroppo letali – annualmente registrati sulle Apuane, si preveda comunque la presenza di un mezzo di riserva, magari polivalente, da utilizzare in caso di indisponibilità del primo per qualsiasi ragione. Ma altrettanto ragionevole è la raccomandazione alla prudenza da parte di chi va in montagna, compresi gli stessi direttori di gita delle varie sezioni del Club Alpino. Anche e soprattutto a loro va chiesto, quando necessario, quel «coraggio di rinunciare» che deve accompagnare ogni bravo escursionista, tanto più di fronte a itinerari impegnativi di carattere semialpinistico come la stessa cresta del Monte Cavallo. Lo ha espresso bene sul forum del sito www.alpiapuane.com David Tonarelli del Cai di Barga, che nello stesso giorno ha portato a termine, fortunatamente senza inconvenienti, una gita sociale alla Punta Questa, non lontano dal luogo dell’incidente a Monica: «Spesso siamo presi dalla nostra grande passione che in queste gite è amplificata da quella degli altri partecipanti: vogliamo che anche loro riescano pienamente a condividere le nostre emozioni e non vogliamo deluderli rimandando magari l’escursione. Ma questa esperienza mi ha fatto comunque capire che anch’io da capogita ho sbagliato a voler comunque fare l’escursione nonostante le condizioni meteorologiche che in pochi minuti hanno reso la roccia insicura e scivolosa».