Toscana
«Giganti» del commercio limiti alla crescita futura
di Ennio Cicali
Prima di tutto garantire al consumatore un’ampia scelta tra negozi tradizionali, super e ipermercati, si ispira a questo principio il regolamento di attuazione del Codice del commercio, approvato di recente dalla giunta regionale. Toccherà ora al consiglio regionale vagliare e approvare definitivamente il regolamento che renderà applicabile la legge 28 del 7 febbraio 2005. La programmazione regionale punta a mantenere, nel tempo, un equilibrato rapporto tra le tre strutture di vendita: i negozi comuni, le vecchie «botteghe» sotto casa ora dette di vicinato, medie e grandi strutture, cioè supermercati e ipermercati. La proposta di regolamento definisce anche le dimensioni massime delle grandi strutture di vendita. Di conseguenza, in Toscana, le grandi strutture di vendita avranno dimensioni comprese tra 1.500 e 15.000 mq; solo nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, inseriti nelle due aree commerciali metropolitane Firenze Pistoia – Prato e Livorno – Pisa, avranno una superficie di vendita compresa tra 2.500 e 15.000 mq. Una norma transitoria valida fino al 31 dicembre 2009, definisce il limite di 20.000 mq in caso di ampliamento delle strutture già autorizzate e classificate come poli di attrazione di interesse interregionale e in caso di nuove grandi strutture realizzate, almeno per il 50% della superficie di vendita, attraverso il trasferimento di sede di altre grandi strutture già autorizzate e insediate nello stesso bacino omogeneo di utenza. «Si tratta spiega l’assessore regionale al commercio Paolo Cocchi di una forma di programmazione orientata non al contingentamento ma, al contrario, alla garanzia del mantenimento delle condizioni di concorrenza ed alla necessità di evitare situazioni di abuso di posizione dominante tra forme di distribuzione».
Sostanzialmente d’accordo Confcommercio e Confesercenti regionali pur con qualche distinguo. Il regolamento approvato dalla giunta regionale rappresenta un fatto positivo per le associazioni del commercio su cui però occorre ancora discutere per migliorare il testo. «Le scelte della Regione dicono – devono tener conto di una situazione di vera e propria emergenza del commercio e dell’inevitabile contraccolpo di una crisi che sta interessando anche diverse strutture di grande distribuzione che non crescono più in fatturati e guadagni e ora mostrano prudenza di fronte a ulteriori espansioni massicce». Confcommercio e Confesercenti chiedono di far partecipare alle decisioni per i nuovi impianti di vendita tutti i comuni del bacino omogeneo di utenza e non solo quello sede della grande struttura. «Un solo piccolo comune precisano – intercetterebbe strutture esageratamente superiori ai bisogni della popolazione e farebbe ricadere le ripercussioni su una vasta zona adiacente che non avrebbe nessun beneficio ma solo fattori negativi». In Toscana ci sono 160 grandi strutture commerciali tra supermercati, ipermercati, grandi magazzini e grandi superfici specializzate. Sono i «giganti» del commercio che devono vivere in armonia con il contesto urbanistico, economico, sociale ed infrastrutturale nel quale sono sorti. La grande distribuzione in Toscana negli ultimi anni è cresciuta del 13,6%, un incremento importante ma al di sotto della media nazionale del 14,9%. La maggior parte delle grandi strutture si trova nell’area metropolitana di Firenze Prato Pistoia o in quella tra Pisa e Livorno. Ben 40 sono a Firenze (che sommate alle 8 di Prato e 7 di Pistoia fanno 55 per tutta l’area metropolitana), 23 sono in provincia di Pisa (di cui 11 in Val d’Era), 21 in lucchesia, 15 a Livorno ed Arezzo. Le altre province ne hanno meno, ma non si scende mai sotto i 7 grandi centri. In tutto ci sono oltre 654.500 mq di grande distribuzione, circa 182 mq. ogni mille abitanti.