Toscana

Case più grandi, adesso si può

di Ennio Cicali

Governo battuto in volata dalla Regione Toscana con l’approvazione del Piano casa, il primo in Italia. Una corsa contro il tempo cominciata il 31 marzo scorso, culminata nei giorni scorsi con il voto in consiglio regionale. Due sono gli obiettivi: permettere ai piccoli proprietari di adeguare l’abitazione alle proprie esigenze abitative e promuovere il rilancio dell’economia attraverso interventi qualificati e progetti innovativi nel settore edilizio che negli ultimi tempi presenta gravi sintomi di rallentamento.

Principali destinatari del provvedimento sono le famiglie che in Toscana occupano immobili monofamigliari (circa 378 mila) o bifamigliari (circa 306 mila), resta escluso il milione e passa di condomini, salvo qualche eccezione. Sono consentiti gli interventi straordinari di ampliamento di edifici abitativi a tipologia mono o bifamiliare (o a tipologia diversa ma con superficie utile lorda non superiore a 350 mq.) fino al 20% della superficie utile lorda di ciascuna unità immobiliare per un massimo complessivo dell’edificio di 700 mq. Inoltre, si possono demolire e ricostruire edifici abitativi, con aumento fino al 35% della superficie utile lorda esistente e legittimata da titoli abitativi alla data del 31 marzo 2009. In questo caso può essere demolito anche un piccolo condominio, purché tutti gli inquilini siano d’accordo.

La legge fissa paletti ben precisi che non consentono interventi in case abusive o condonate. Sono esclusi da ogni possibile intervento gli edifici situati all’interno di centri storici, definiti di valore storico, culturale o architettonico dalla pianificazione comunale; vincolati quali immobili di interesse storico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio; collocati in aree di inedificabilità assoluta o in parchi e riserve nazionali e regionali; collocati in aree soggette a piano attuativo dalla pianificazione urbanistica comunale.

Gli interventi dovranno rispettare distanze e altezze stabilite dai regolamenti edilizi del Comuni nei quali si trova la casa e, nel caso di demolizioni, non sono consentite modifiche alle destinazioni d’uso e l’immobile deve essere situato in un centro abitato: in pratica si vuole impedire che annessi agricoli divengano improvvisamente villette.

Altre disposizioni e divieti riguardano gli ambiti a pericolosità geomorfologica e idraulica elevata e molto elevata; l’obbligo, per demolizioni e ricostruzioni, di applicare in modo rigido tutte le disposizioni riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Sull’efficienza energetica, negli ampliamenti è obbligatorio rispettare un indice del 20% inferiore ai parametri fissati come valore-limite del 2010 per la climatizzazione invernale; per demolizioni e ricostruzioni tale indice dev’essere inferiore del 50% al parametro del 2010, e la prestazione energetica per il raffrescamento estivo deve essere inferiore a 30 kW/h per mq annuo.

Dovranno comunque essere applicate tutte le norme vigenti non in contrasto con le nuove disposizioni; infine, il numero degli alloggi e la destinazione d’uso abitativa risultanti dalla Dia (dichiarazione di inizio attività) non potranno essere modificati per almeno 5 anni dalla comunicazione di fine lavori.Per accedere alle misure eccezionali sarà necessaria una semplice Dia che dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2010. Gli alloggi oggetto della legge non potranno essere modificati per almeno cinque anni dalla comunicazione dei lavori.

La corretta applicazione della legge sarà monitorata con cadenza trimestrale e verrà istituito un sistema informativo regionale sull’efficienza e la certificazione energetica degli edifici e relativi impianti. A tale proposito un ruolo positivo potrà essere svolto dagli enti locali grazie al protocollo d’intesa sottoscritto la settima scorsa tra Regione Toscana, Anci, Uncem e Upi. Protocollo che favorirà una costante collaborazione al fine di aumentare i livelli di efficienza e semplificazione del processi di gestione e governo del territorio.

Il Piano approvato dal Consiglio a maggioranzaCon 38 voti favorevoli e 14 di astensione è stata approvata la legge sull’edilizia («Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell’economia e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente»). La norma è passata con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra e dell’Udc. Si è astenuto il Pdl che ha visto respinti vari emendamenti presentati, mentre è stato recepito un emendamento a firma Eduardo Bruno che esclude la possibilità di fare interventi di ampliamento in altezza su edifici e abitazioni collocate in zone a forte rischio idraulico. Approvato a maggioranza (contrario Prc, astenuto il Pdl) anche un ordine del giorno, collegato alla proposta di legge, firmato da Luca Paolo Titoni, Marco Carraresi, Erasmo D’Angelis e Fabio Roggiolani. Con l’ordine del giorno si invita la Giunta ad approfondire l’opportunità di inserire fra gli edifici per i quali sarà consentito l’ampliamento volumetrico anche quelli «erroneamente identificati» come «storici» dagli strumenti urbanistici dei Comuni.