Toscana

Sca, sempre sotto osservazione il futuro della fabbrica

di Elisabetta Giudrinetti

Roberto Vasai, neopresidente della provincia di Arezzo, lo aveva promesso in campagna elettorale: «la prima riunione di giunta la farò a Pratovecchio, vicino ai lavoratori della Sca». Ed è stato di parola. Così dopo l’insediamento della scorsa settimana davanti al consiglio provinciale, Roberto Vasai e la sua squadra si sono riuniti nel piccolo comune casentinese, assieme ai rappresentanti del Comuni di Pratovecchio e di Stia, per fare un ulteriore passo avanti nella vicenda Sca. I fatti sono noti: la Sca Hp, azienda leader nella produzione cartaria, ha continuato ad assumere fino al 5 marzo 2009. Il fatturato dell’azienda, il numero degli addetti (circa duecento, compreso l’indotto, un gran riserva d’ossigeno per questa valle che vede sempre più spesso i propri giovani cercare occasioni lavorative e professionali altrove), le pratiche amministrative per provvedere ad ampliamenti vari a tutto facevano pensare fuorché ad una crisi dell’azienda.

Poi, la doccia fredda. Con una data ben precisa: 27 marzo. In quella data l’azienda comunica che, per motivi legati alla produzione, chiuderà i battenti nella sede di Pratovecchio. E da quella data cominciano giorni amari per oltre duecento famiglie.

In questi mesi molti si sono adoperati perché la Sca rivedesse le sue posizioni, tra i più attenti e solleciti anche il vescovo di Arezzo, Gualtiero Bassetti e quello di Fiesole Luciano Giovannetti che a marzo ha visitato il presidio degli operai fuori dai cancelli della cartiera. «Fino dall’inizio abbiamo seguito con attenzione – dice mons. Giovannetti – la vicenda della Sca. Ed abbiamo espresso solidarietà e vicinanza agli operai che rischiavano il posto di lavoro. Attenzione che continueremo ad avere anche in questa seconda fase della trattativa». Infatti, il primo tempo di questa partita, così l’ha chiamata il sindaco di Pratovecchio Gianni Verdi, mutuandola dal linguaggio sportivo, porta la data del 15 giugno scorso. In quella data fu stabilito, con un accordo siglato in Provincia, che sarebbero stati annullati i licenziamenti già in atto e che lo stabilimento sarebbe rimasto produttivo almeno fino al dicembre 2009. Che, inoltre, sarebbe stata operativa per il 2010 la cassa integrazione straordinaria con opzione anche per il secondo anno con incentivi all’esodo e per i trasferimenti nelle unità produttive Sca di Lucca (per chi lo avesse voluto, ovviamente).

Ed elemento non trascurabile, l’accordo prevede anche l’impegno – da parte di Sca – di comunicare entro il 15 settembre 2009 il nome dell’acquirente della cartiera con immobile, terreni ed impianti di cogenerazione. Un risultato assolutamente impensabile lo scorso marzo ed una vittoria dei lavoratori e delle istituzioni assolutamente rimarchevole: non più chiusura dello stabilimento ma vendita dell’unità produttiva. Un accordo che ha riaperto la partita con un nome importante dato quasi per sicuro come futuro proprietario dello stabilimento: il Gruppo Carrara. Gruppo che ha un posto di tutto rispetto nel settore cartario ed una storia iniziata oltre 130 anni fa con la cartapaglia in una piccola cartiera di Pescia. Per il momento si tratta solo di voci, sufficientemente accreditate dalle visite alla struttura di Massimo Carrara, amministratore delegato del Gruppo, ma per l’ufficialità occorrerà attendere il 15 settembre.

«In quell’occasione – ha spiegato il sindaco Gianni Verdi – la Sca ci dirà il nome dell’acquirente e conosceremo il piano industriale. Da parte nostra, non abbasseremo la guardia e difenderemo, anzi, tuteleremo i lavoratori come abbiamo fatto finora». «Il nostro impegno politico ed amministrativo comincia da qui – ha sottolineato il presidente Vasai nella riunione di giunta – ed il messaggio che vogliamo lanciare è che la Provincia sta dalla parte dei lavoratori, sempre e comunque, oltre che da quella delle imprese virtuose».

«Comincia oggi il secondo tempo di una partita il cui primo tempo si è chiuso il 15 giugno con la firma dell’accordo con la multinazionale proprietaria dello stabilimento Sca – ancora Verdi –, e se lo giocheremo nella stessa maniera e con la stessa compattezza, possiamo sperare di ottenere un  risultato positivo». E, parafrasando il sindaco Verdi, speriamo soprattutto che non vi siano i «tempi supplementari».

LA SCHEDALa multinazionale svedese, nata nel 1929 per volontà dell’industriale Ivar Kreuger, è riuscita a creare un’unica società grazie ad una intelligente fusione di dieci aziende che si occupavano a vario titolo di foreste. È diventata in quasi ottanta anni azienda leader nel settore cartario (fazzoletti, tovaglioli, prodotti per l’igiene…). Tanto per dare delle cifre la Sca da sola copre il 25% della produzione mondiale cartaria, è presente in sessanta paesi con cinquantaduemila dipendenti ed un fatturato annuo (dati 2008) di 11,5 miliardi di euro. Cifre da capogiro.