Toscana
Tv, rivoluzione digitale: c’è il rischio oscuramento
di Simone Pitossi
Mancano pochi giorni alla più grande rivoluzione televisiva dopo l’avvento del colore. A cominciare dal 4 novembre la vecchia televisione «analogica» andrà in pensione. E sarà sostituita, anche in Toscana, dal nuovo segnale «digitale». Questo passaggio si chiama «switch-off». Molti i problemi che potrebbe creare ai cittadini. Il primo, l’adeguamento degli impianti di casa (antenne, decoder, programmazione dei canali). In secondo luogo, il pericolo che in molte zone della Toscana (probabilmente 60 comuni secondo l’Uncem) il segnale digitale non arrivi per problemi di aggiornamento dei ripetitori. Situazione che si potrebbe protrarre, in alcuni, fino a Natale. In questa situazione il presidente della Regione Enrico Rossi ha chiesto, in extremis, al Governo un rinvio. Ma sembra che non ci siano i margini per rimandare questa «rivoluzione». Infine, l’assegnazione delle poche frequenze alle tante tv locali.
Ma andiamo con ordine. Prima di tutto c’è l’adeguamento degli impianti delle case. La Regione si è mossa. Tutela e sostegno dei cittadini-consumatori nella fase di transizione dall’analogico al digitale terrestre nei rapporti con gli installatori, per quanto riguarda la soluzione dei vari problemi tecnici che potrebbero sorgere (installazione del decoder, effettuazione di interventi su antenne, singole o condominiali, ricerca di eventuali guasti e riparazioni). Con un’attenzione particolare alle persone anziane e alle fasce più deboli della popolazione. Questo è lo scopo del protocollo d’intesa che Regione, associazioni artigiane rappresentative degli antennisti (Confartigianato Imprese Toscana e Cna Toscana), associazioni dei consumatori e utenti e associazioni degli amministratori condominiali e immobiliari hanno firmato.
«Un aiuto importante ha spiegato l’assessore regionale con delega alle politiche per la tutela dei consumatori e utenti Salvatore Allocca arriverà anche dai 92 sportelli Prontoconsumatore e dalla rete degli oltre 200 punti per l’assistenza ai cittadini gestiti dalle associazioni di consumatori accreditati dalla Regione». Il documento contiene tutta una serie di azioni specifiche a tutela dei cittadini per prevenire informazioni ingannevoli e interventi di installatori abusivi, per fornire servizi di assistenza con adeguate condizioni di trasparenza, semplicità ed economicità e per promuovere, da parte di tutti i firmatari, un’adeguata attività di informazione sui servizi stessi. Confartigianato Imprese Toscana e CNA Toscana hanno inoltre redatto un «Codice Etico antennisti»: un decalogo predisposto a tutela degli utenti per consentire di accedere alle prestazioni offerte in maniera trasparente ed efficace, sia sotto il profilo economico che tecnico.
C’è anche un «Osservatorio» che contiene i vari tipi di intervento con i costi indicativi da praticare. Un esempio? Per il montaggio del decoder, collegamenti, regolazioni, collaudo e una breve spiegazione sull’utilizzo su impianti già funzionanti la tariffa indicativa è 44 euro, iva compresa. Si tratta di costi puramente indicativi. Non è infatti escluso che il singolo antennista possa praticare una tariffa più vantaggiosa.
Il secondo problema è il rischio «oscuramento». Secondo Uncem Toscana, l’Unione delle comunità montane, una sessantina di comuni toscani rischia la «fine delle trasmissioni», avendo ripetitori non gestiti direttamente dalle grandi reti, ma da enti locali e privati. Si va da Scansano ad Aulla, da Stazzema a Greve in Chianti, da Montescudaio a Cantagallo. «In Toscana spiega Oreste Giurlani, presidente dei comuni montani ci sono ancora molte zone che, con lo spegnimento del segnale analogico, resteranno completamente oscurate e molti cittadini si troveranno senza televisione proprio sotto le feste natalizie, per la mancanza di copertura del segnale e per la situazione delle emittenti locali, che non sanno ancora l’esito del bando per l’assegnazione delle frequenze e che saranno costrette a periodi di spegnimento, in qualche caso anche di mesi». La Regione ha organizzato una task force con l’Uncem per cercare di riparare nel più breve tempo possibile a questo «oscuramento». Anche perché gli interventi di adeguamento dei ripetitori all’80% finanziati dalla Regione, 20% sostenuto dai singoli comuni si potranno mettere in atto solo dal giorno seguente al «switch-off».
Infine c’è la questione delle frequenze. Molte delle tv locali toscane infatti potrebbero scomparire. Come denunciato innumerevoli volte dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dall’Uncem Toscana, secondo il piano di assegnazione delle frequenze bandito dal Ministero dello sviluppo, per 43 tv locali esistenti attualmente ci sono in palio solo 18 frequenze. Tra le televisioni in corsa per l’assegnazione ci sono anche quelle vicine al mondo cattolico come Tv Prato e Telesandomenico. Come andrà a finire? La questione dovrebbe essere sciolta in questi giorni.
La scheda
TV digitale, perché non rallentare questa corsa a ostacoli?