Toscana
Rifiuti, tariffe a peso d’oro. Carrara città record
di Simone Pitossi
I rifiuti? Sono a peso d’oro. Rispetto all’ultimo anno, in Toscana la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è aumentata (+1,9%). E si è confermata comunque al di sopra di 25 euro della media nazionale, pari a 246 euro. Solo in Campania (378 euro) e in Sicilia (294 euro) il servizio costa mediamente di più. «La gestione del ciclo dei rifiuti commenta Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva è emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori».
In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra, come detto, in Campania, la più bassa in Molise (146,5 euro), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione. In Toscana, a Carrara la Tarsu arriva a costare 346 euro), 41,5 euro in più della Tia che si paga a Livorno, 45 euro in più della Tarsu di Grosseto, 47,5 euro della Tia di Lucca, 53 euro in più della Tarsu di Massa, 76 euro in più di Pisa, 81 euro in più della Tia che si paga ad Arezzo, 92,5 euro in più di Prato, 97,5 euro in più di Pistoia, 123 euro in più di Siena e addirittura 169 euro in più rispetto alla Tia pagata a Firenze.
Da notare come in Toscana dal 2010 al 2011 si sia registrato un incremento tariffario (+1,9%) di poco inferiore a quello registrato a livello nazionale (+2,1%), mentre dal 2007 ad oggi l’incremento arriva al +12,9%, a fronte di un incremento su scala nazionale del +14%.
Italia che vai, rifiuti che trovi. «Le tariffe continua Gaudioso aumentano di più nelle zone del Paese a più basso reddito: negli ultimi 5 anni, sono aumentate mediamente del 44% in Campania e del 20% circa in Calabria. Da Sud a Nord, gli incrementi si registrano ovunque, a dimostrazione della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza». Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264 euro), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252 euro), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228 euro) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007). Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg).
La conseguenza? Secondo Gaudioso di Cittadinanzattiva è che «più del 40% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, prevista dal 2008, è ancora un’utopia». In effetti i virtuosi della raccolta differenziata sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%). La Toscana si piazza al 35,2%, ancora molto lontana da Trentino e Veneto le due capolista con il 57% e distante da Lombardia, Piemonte (al 49%) ed Emilia (45%).
Nello studio realizzato dall’«Osservatorio prezzi & tariffe» di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di 100 metri quadri.
Tia o Tarsu? A più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997 solo Carrara, Grosseto, Massa e Pisa non sono passati dalla Tarsu alla Tia. Inoltre, rispetto al 2010, tra i capoluoghi di regione, Pisa ha fatto registrare il più alto incremento tariffario (+6,3%), seguita da Lucca (+3,1%). In positivo, i costi sono rimasti invariati a Carrara, Grosseto, Livorno e Massa. Dal 2007, invece, i maggiori incrementi si sono registrati a Siena (+37,7%) e Carrara (+29,6%).
Produzione e gestione dei rifiuti: secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 in Toscana la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita dell’3,4% rispetto all’anno prima. Migliora anche il livello di raccolta differenziata che raggiunge il 35,2% del totale dei rifiuti prodotti in regione (fonte: ISPRA, 2011), a fronte di una media nazionale pari al 33,6%. Caro bollette: in media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2011 una spesa di 246 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con Napoli quale città più cara per le tariffe rifiuti (508 euro) e Isernia la più economica (122 euro).
Pochi giorni fa, la maggioranza in Consiglio regionale sio è spaccata su una legge in materia di rischio idraulico che, in parte, riguarda il tema rifiuti. Pd e Idv si sono espressi favorevolmente, tutti gli altri contrari o astenuti. Al centro del contendere il provvedimento che modifica alcuni articoli della finanziaria toscana in cui si prevede il divieto di costruire in zone a rischio idraulico. La conseguenza negativa, secondo alcuni, sarebbe la possibilità di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti, per lo smaltimento dei rifiuti. Il dibattito riguarda in particolare il progetto di ampliamente dell’inceneritore di Selvapiana, nel Comune di Rufina (Firenze) contro il quale da anni si batte anche un Comitato locale che con la legge approvato sarebbe sbloccato.
C’è poi il caso della discarica per rifiuti speciali di Limoncino a Livorno al centro del dibattito politico e tra istituzioni e cittadini che è stata sequestrata dai carabienieri pochi mesi fa. Il motivo: le classificazioni di pericolosità geomorfologica elevata dell’area della discarica, scrive il Gip di Livorno, «di per se stesse sono sufficienti ad escludere che in un sito come quello della ex cava Monte La Poggia possa collocarsi una discarica di qualunque genere».
Infine, in questa breve carrellata, il caso del «pirogassificatore» di Castelfranco di Sotto (Pisa). Progetto sul quale il presidente della Regione Enrico Rossi si era speso decisamente. Ma l’opposizione al progetto è arrivata dagli amministori locali oltre che, ovviamente, dai cittadini. E anche il vescovo di S. Miniato Fausto Tardelli ha espresso «timore per la realizzazione di opere che potrebbero, se non attentamente valutate, gravare su un sistema ambientale già sottoposto a notevole stress».