Il Consiglio regionale straordinario che si è tenuto stamani sui temi della sanità aveva all’ordine del giorno due fatti in particolare: il “buco” dal 270 milioni della Asl di Massa e l’improvviso avvicendamento all’assessorato alla salute tra Daniela Scaramuccia e Luigi Marroni. La sanità toscana – ha attaccato il consigliere Marco Carraresi (Udc) – da dieci anni ha solo un padre padrone, il presidente Rossi, e siamo di fronte ad un sistema autoreferenziale dove non c’è posto per chi osa metterne in dubbio l’efficienza. Da qui l’invito a ripensare la sanità nella nostra regione, riconoscendone errori e fallimenti, per poter poi ripartire con nuovo slancio e determinatezza. Su questa strada anche la minoranza è pronta a camminare ha assicurato Carraresi ma la revisione deve essere seria. Tra i punti di riflessione ricordiamo il superamento delle società della salute, il numero delle aziende sanitarie, l’assenza del governo clinico, la sottoutilizzazione dell’Avvocatura regionale. In futuro dovremo spendere meno e produrre di più ha concluso e nel 2012 i soldi non saranno sufficienti a garantire gli attuali livelli di prestazione in sanità. Il dissesto della Asl di Massa si è prodotto nei lunghi anni in cui lei, presidente Rossi, è stato assessore alla sanità , ma si è manifestato solo poche settimane dopo che l’assessorato è stato affidato alla dottoressa Daniela Scaramuccia. Lo ha dichiarato Stefano Mugnai (Pdl) intervenendo subito dopo la comunicazione del presidente regionale Enrico Rossi. Dalle sue parole non è chiaro, ha proseguito, perché i direttori generali che si sono succeduti hanno continuato sulla stessa strada dei predecessori. Mugnai ha dichiarato che la situazione di Massa è frutto dell’impostazione politica che Rossi ha voluto dare e che la sanità è stata usata non solo per fare sanità ma anche per fare da volano all’economia dei territori. La nomina di un altro tecnico, ha concluso, dimostra che lei vuole mantenere il controllo politico della sanità.