Toscana
FESTA TOSCANA: MONACI, SENZA PLURALISMO NON C’É DEMOCRAZIA
(ASCA) - “Senza pluralismo non c’é democrazia” e dove al pluralismo succedono “omologazione o tecnocrazia” il rischio di derive “é molto, troppo forte”. Lo ha detto Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale della Toscana, in occasione della seduta solenne dell’assemblea in occasione della Festa della Toscana, con cui il 30 novembre di ogni anno viene ricordata l’abolizione della pena di morte nel Granducato. Il tema della festa di quest’anno è ‘Una storia, tante diversita” Chi propugna “l’omologazione”, ha detto Monaci, si oppone allo “sviluppo”, e spesso “difende incrostate e improduttive rendite di posizione”, di fatto rinunciando a ciò che ci impone la modernità. “Diversità e unità”, prosegue il presidente, sono un nostro tratto identitario nella civile convivenza come nella vita istituzionale. Le celebrazioni per il 150* impongono poi di ricordare “la sofferta epopea dei nostri emigranti” e la questione della cittadinanza, oggi, per “una generazione di nuovi italiani” che tale è perché “pienamente inseriti nel loro tempo e nella cultura giovanile di questo Paese”. “Privarli della cittadinanza – dice Monaci – è respingerli da questo mondo”. D’altra parte il grande tema della diversità anche “di condizione sociale, opportunità, abilita”‘ diventa tema centrale dell’attuale quadro, difficilissimo, della finanza pubblica. “Ci attendono settimane di profonda discussione su una manovra finanziaria non facile, sulla quale dovrà misurarsi il senso alto di responsabilità di questa istituzione e delle sue componenti”, assicura Monaci che così introduce anche la questione attualissima dei tagli ai costi della politica. Il presidente ricorda le misure già avviate fin dall’insediamento, un anno e mezzo fa: “Siamo chiamati a ulteriori scelte, lo sappiamo, magari più efficaci mediaticamente che nella sostanza”. E non saranno, assicura, “salvaguardate riserve indiane”. Anche per questo il lavoro che sarà condotto – “serio, rigoroso, in quanto tale estraneo alla schiavitù dei tempi mediatici” – sarà compiuto nella “strenua difesa della legittimità democratica dell’istituzione assembleare legislativa, perno essenziale di un democrazia compiuta che è tale se strutturata su un sistema di pesi e contrappesi autorevoli, efficaci, indipendenti gli uni dagli altri”.