I cristiani in Medio Oriente non appoggiano i regimi dittatoriali, tutt’altro. Esprimono solo la paura e la preoccupazione che da regimi ideologici come quelli attuali si possa passare a quelli religiosi e fondamentalisti. È quanto dichiarato al SIR dall’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean Sleiman, a margine della riunione, che si chiude oggi a Roma, della Celra, la Conferenza dei vescovi latini delle regioni arabe. In Occidente afferma l’arcivescovo parlate di primavera araba mentre queste rivolte non sono necessariamente primavera. Noi chiediamo, vogliamo il rispetto dei diritti, della dignità, abbiamo lo stesso desiderio degli altri di vivere in Paesi liberi ma anche la paura di altre dittature, quelle pericolose, della religione. Mons. Sleiman rigetta le accuse fatte ai cristiani di essere vicini ai regimi al potere: non è vero spiega uno dei principali oppositori di Assad in Siria è un cristiano, e i cristiani rivendicano pacificamente uno Stato laico. Altra preoccupazione dei vescovi latini delle regioni arabe è quella dell’emigrazione, resa ancora più drammatica dalla cifra di 100 mila copti cristiani in fuga dall’Egitto. Sappiamo di questo esodo anche se il numero non è confermato dice mons. Sleiman purtroppo molti si accorgono della drammaticità del problema solo quando restano a terra delle vittime. I cristiani sentono la gravità di questi tempi e scelgono di andare via. Siamo una minoranza, i nostri appelli chi può raccoglierli? Tuttavia non dobbiamo perdere la speranza e continuare la nostra vita nelle nostre terre. In questa regione conclude il presule la situazione migliorerà quando sarà trovata una soluzione giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese. La richiesta all’Onu da parte palestinese per uno Stato non pregiudica le possibilità di pace che va ricercata, comunque, per via negoziale. (Sir)