(ASCA-AFP) – Tripoli – Dopo cinque mesi di guerra i ribelli libici sono entrati a Tripoli accolti dai festeggiamenti della popolazione scesa nella notte in Piazza Verde per celebrare la vittoria degli insorti nella città simbolo del regime. Nonostante la capitale sia quasi tutta sotto il controllo degli insorti, e non vi siano ancora notizie certe sulle sorti del rais Muammar Gheddafi, i fedelissimi del colonello continuano a combattere e pesanti scontri a fuoco sono stati uditi nei pressi del compound di Gheddafi. La Guardia repubblicana di Muammar Gheddafi e tre dei suoi figli, fra i quali Saif al Islam, si sono arresi agli insorti. Ieri Gheddafi ha trasmesso altri tre messaggi audio. In uno dei messaggi, diffusi dall’emittente Al Jazeera, il rais ha ammesso: Temo che Tripoli bruci. Poi, rivolgendo un appello a tutti i suoi sostenitori, ha dichiarato: Venite da tutte le regioni per liberare la capitale dai ribelli. Rimarrò a Tripoli fino all’ultimo.Secondo una fonte diplomatica, Gheddafi si troverebbe nel suo compound di Bab Al-Aziziya, nel centro della città. Bab al-Aziziya è stato bombardato più volte dall’inizio della missione internazionale guidata dalla Nato e diversi edifici del complesso sono stati rasi al suolo. Vi sono numerosi bunker in quel compound e Gheddafi potrebbe trovare riparo lì dentro, ha detto la fonte diplomatica. Il presidente Usa Barack Obama ha affermato che il regime autocratico di Gheddafi, al potere da 42 anni, si trova ormai ad un punto di non ritorno. E’ giunto il momento che il tiranno se ne vada, ha sottolineato Obama esortando i ribelli a rispettare i diritti umani e a seguire la via della democrazia. Una delle figure più importanti del Consiglio nazionale di Transizione, Mahmud Jibril, ha lanciato un appello ai ribelli affinché agiscano responsabilmente in queste ore concitate. La lotta non è ancora finita, ha detto alla tv Al-Ahrar. Se Dio vuole, in poche ore la nostra vittoria sarà completa, ha aggiunto. In migliaia, stanotte, si sono riversati per le strade di Tripoli per accogliere i ribelli che sono stati festeggiati con canti e grida di gioia a Piazza Verde, ribattezzata già Piazza dei Martiri. Le telecamere di Sky News hanno mostrato le immagini di una folla in festa. Molte persone, sventolando la bandiera rossa, nera e verde delle forze anti-regime, hanno urlato Allahu Akbar (Dio è grande) e danzato tutta la notte. Simili scene di giubilo sono state viste a Bengasi, roccaforte dei ribelli, dove decine di migliaia di residenti hanno voluto festeggiare quello che per loro rappresenta la fine del regime del tiranno Gheddafi. Il portavoce del governo, Mussa Ibrahim, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che 1.300 persone sono state uccise durante l’assalto dei ribelli nella capitale descrivendo i combattimenti come una vera e propria tragedia. Tuttavia risulta difficile avere una conferma alla notizia di vittime diffusa dal regime. Certo è che non ci sono state grandi resistenze all’avanzata dei ribelli e anche le scene di giubilo avvenute nella notte confermerebbero il sostegno della città alla rivolta degli insorti. Secondo Ibrahim, il regime libico é ancora forte e migliaia di volontari e soldati sono pronti a combattere. Il Tribunale penale internazionale dell’Aia ha confermato che uno dei figli di Gheddafi, Saif al-Islam, su cui pesa un mandato d’arresto del Tpi per crimini contro l’umanità, è agli arresti. Ho ricevuto delle informazioni confidenziali riguardo al suo arresto, ha spiegato Luis Moreno-Ocampo all’Afp. Spero che arrivi presto all’Aia per afrontare un processo, ha detto sottolinenado che, nel corso della giornata, discuterà anche di questo con il governo di transizione libico. Poco prima il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, aveva detto ad Al-Jazeera che Saif é stato portato in un posto sicuro sotto stretta sorveglianza in attesa di giudizio. Jalil non ha però voluto rilasciare alcun dettaglio su quando o dove sia stato catturato uno dei più importanti rappresentanti del regime. Sempre ad Al-Jazeera, un altro figlio di Gheddafi, Mohamed, ha detto di esser stato fermato e di trovarsi attualmente agli arresti nella propria casa.