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PAKISTAN, RADICALI ISLAMICI CHIEDONO DI BANDIRE LE BIBBIE

Karachi (Agenzia Fides) – Il partito islamico radicale Jamiat Ulema-e-Islam ha inoltrato un ricorso alla Corte Suprema del Pakistan e ha lanciato una campagna di sensibilizzazione chiedendo di vietare la circolazione della Bibbia, definita “libro pornografico” e “blasfemo”. Si tratta di un nuovo attacco alla comunità cristiana in Pakistan, impaurita per gli attacchi e le minacce subite dopo l’eliminazione di Bin Laden, e già sotto scacco per gli effetti nefasti della legge sulla blasfemia, che punisce con la pena di morte chi insulta il Corano o il Profeta Maometto. Il gruppo radicale Jamiat Ulema-e-Islam, con quartier generale a Karachi, ha lanciato la campagna in una conferenza pubblica. Secondo il leader del gruppo, Abdul Rauf Farooqi, alcuni passaggi della Bibbia descrivono come “viziosi e immorali” personaggi che i musulmani considerano profeti.“E’ una mossa che potrebbe alimentare l’odio religioso contro i cristiani. E’ una minaccia alla convivenza pacifica, un attacco al cuore della nostra fede” dice sconcertato a Fides p. Saleh Diego, che presiede la “Commissione Giustizia e Pace” nell’arcidiocesi di Karachi. “Come cristiani siamo già molto deboli e sottoposti alle pressioni per la iniqua legge sulla blasfemia. Questi gruppi radicali vogliono cancellarci del tutto. Certo, sono solo dei gruppi minoritari, e auspichiamo che si levino voci di leader musulmani moderati per fermare questa campagna di odio” rimarca.“La nostra risposta, come cristiani in Pakistan, già nel mirino, non può essere che quella di ribadire l’urgenza del dialogo e del rispetto di tutti i simboli religiosi e dei libri sacri, di tutte le religioni. Ma ci aspettiamo che, a livello internazionale, possa nascere una risposta più forte e decisa, che ci sostenga” conclude p. Diego, chiedendo una mobilitazione dei cristiani e delle istituzioni internazionali per fermare la campagna contro la Bibbia. (PA)