Abidjan (Agenzia Fides) – La battaglia infuria nel centro di Abidjan. Le cannonate e le sparatorie si sono susseguite tutta la notte e anche questa mattina si odano i colpi di armi pesanti dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa da Abidjan, la capitale economica della Costa d’Avorio, dove le Forze Repubblicane, sostenitrici del Presidente eletto Alassane Ouattara, sono passate all’offensiva per conquistare i posti chiave del potere (Palazzo e residenza presidenziale, sede della radio-televisione nazionale) che sono ancora nella mani del Presidente uscente Laurent Gbagbo. Le Forze Repubblicane sono appoggiate dai Caschi Blu dell’ONUCI (la missione della Nazioni Unite in Costa d’Avorio) e dalle truppe francesi dell’operazione Licorne, che in base alla risoluzione 1975 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono autorizzate a neutralizzare le armi pesanti utilizzate contro la popolazione civile. Ouattara è stato riconosciuto come Presidente legittimo della Costa d’Avorio da parte della comunità internazionale. Ieri, 4 aprile, abbiamo visto gli elicotteri dell’ONUCI sorvolare ripetutamente Abidjan; oggi, da quel che possiamo vedere, non sembra che ci siano voli, ma avvertiamo comunque un gran numero di esplosioni e di colpi dicono le fonti di Fides. Mentre ad Abidjan infuria la battaglia, p. Celestine Ikomba, scalibriniano, parroco e cappellano del porto di Abidjan, lavora per riconciliare gli animi e impedire che nel caos che si è creato, la situazione sfugga di mano dando il via alla spirale di violenze private e vendette personali. Il nostro messaggio è semplice: dobbiamo vivere insieme al di là delle divergenze politiche o delle differenze di etnia e di religione. È un messaggio che si sta facendo strada tra i cuori delle persone, che si rendono conto che la violenza non porta da nessuna parte dice all’Agenzia Fides p. Celestine. Organizziamo incontri tra i sostenitori dei due Presidenti per cercare di stemperare le tensioni e impedire malintesi che possano provocare violenze. Nel nostro quartiere, nel porto di Abidjan, con il nostro lavoro sosteniamo i Vescovi ivoriani che chiedono la pace afferma p. Ikomba. In questo momento qui al porto non ci sono combattimenti, ma sentiamo le sparatorie e le esplosioni della battaglia che si combatte negli altri quartieri della città. Purtroppo è difficile entrare in contatto con queste aree perché le comunicazioni sono saltate. Sappiamo però che la situazione è molto difficile conclude p. Ikomba. (L.M.)