Il colonnello Gheddafi si deve dimettere; il Consiglio di transizione libico a Bengasi viene considerato un interlocutore politico; l’Europa non starà a guardare ulteriori violenze contro i civili. Sono i primi punti che emergono dal summit Ue di Bruxelles, dove i 27 capi di Stato e di governo hanno discusso del nord Africa tenendo lo sguardo sugli avvenimenti in corso in Libia, sulle possibili decisioni di intervento militare (sostenute da alcuni leader) e sul disastroso sisma, seguito da tsunami, che ha colpito il Giappone. Herman Van Rompuy, riepilogando quanto emerso dalle discussioni, ha parlato di una Unione profondamente preoccupata per gli attacchi sui civili, esprimendo l’intensione di compiere tutti i passi necessari per fermare le violenze del regime. Proseguiranno il dialogo con le opposizioni politiche, gli aiuti umanitari in loco e per i rifugiati che scappano attraverso il Mediterraneo, i contatti con Nato, Usa e Lega araba. Condanniamo con fermezza la violenta repressione del regime nei confronti dei propri cittadini e la violazione sistematica dei diritti umani, affermano i 27. Domenica 13 marzo Catherine Ashton, Alto rappresentante per la politica estera, sarà inviata al Cairo per incontrare i vertici della Lega sul caso-Libia. La riunione di Bruxelles prosegue invece con i soli leader dei 17 Stati aderenti all’euro, che dovrebbero varare un documento teso al rilancio della competitività e al rigore dei conti pubblici.Sir