Sono in calo i profughi alle frontiere della Libia con la Tunisia e l’Egitto e la situazione è oggi sotto controllo, con qualche carenza in fatto di igiene ma una importante presenza dei volontari tunisini. Al confine con la Tunisia sono ancora nelle tende circa 14.000 asiatici. Al confine con l’Egitto, a Saloum, erano circa 10.000 il 4 marzo, in maggioranza bangladesi, malesi e thailandesi, che le rispettive ambasciate stanno rimpatriando. A Saloum Caritas Egitto distribuisce ogni giorno 5.000 pasti. Mentre Caritas italiana è pronta ad inviare circa 20.000 euro richiesti dal vicario apostolico mons. Giovanni Martinelli, per acquistare cibo (i prezzi a Tripoli sono triplicati) ed assistere circa 2000 rifugiati eritrei bloccati nella capitale. Il vescovo ha anche lanciato oggi un appello accorato, tramite la Caritas, perché non si arrivi ad un intervento armato internazionale, e gli Emirati Arabi convincano Gheddafi a lasciare pacificamente il Paese, altrimenti sarebbe un bagno di sangue.Lo riferisce al SIR Silvio Tessari, responsabile dell’Ufficio Medio Oriente e Nord Africa di Caritas italiana, in costante contatto con le Caritas di Libia, Tunisia ed Egitto e con il team di Caritas internationalis presente alla frontiera con la Tunisia: Al momento la situazione è tranquilla, ma da un momento all’altro potrebbero arrivare nuovi flussi. Tutto dipende da cosa succederà nelle prossime ore. Noi siamo pronti ad inviare aiuti. Sarebbe necessario anche un cordone umanitario, ma per ora è impossibile raggiungere Tripoli.Sir