Caritas italiana è in costante contatto con le Caritas di Tunisia, Egitto e Libia e si sta organizzando per l’emergenza profughi al confine tra Tunisia ed Egitto, dove si accalcano decine di migliaia di egiziani. Secondo le informazioni date al SIR Caritas italiana sta anche facendo pressione sul governo italiano perché si faccia portavoce, a livello internazionale, della gravità della situazione. Soprattutto riguardo ai 2000 rifugiati eritrei in Libia (l’Italia ha annunciato di voler accogliere 54 persone) per i quali il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, ha chiesto un intervento umanitario. Anche molti africani dell’Africa sub-sahariana, informa la Caritas, sono costretti a rimanere chiusi in casa per timore di rappresaglie, quindi non si possono spostare verso i confini né riescono a procurarsi il cibo necessario per andare avanti. Sono in corso contatti con alcuni Paesi di origine come Niger e Nigeria per provvedere anche al rimpatrio di queste persone. La piccola Caritas Tunisia ha inviato tre religiose verso il confine, e anche Caritas Egitto ha organizzato una missione. Caritas italiana ha concordato con il vescovo di Tunisi la necessità di un primo impegno a sostegno dei profughi., c’è stato anche un incontro con il capo missione dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) che ha individuato la necessità di una task force mista in cui sia presente anche Caritas italiana, oltre all’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) già attiva in loco. Caritas internationalis ha promosso un gruppo di lavoro di cui fa parte anche Caritas italiana – per affrontare i diversi problemi relativi allo status giuridico dei profughi, accoglienza, rimpatri, allontanamento, re insediamento, evacuazione, ecc.Sir