(Dall’inviata SIR a Dakar) Le migrazioni africane e la tratta degli schiavi; l’apertura degli stand delle organizzazioni; la vivacità dei partecipanti provenienti da 123 Paesi (45 da Paesi africani); l’incontro con l’ex presidente del Brasile Luis Ignacio Lula e il presidente del Senegal Abdoullah WadeForum Sociale mondiale che si è aperto ieri a Dakar (6-11 febbraio), con più di 1200 organizzazioni che organizzano workshop e dibattiti nella sede dell’università Cheik Anta Diop. Tema del giorno: la diaspora africana. Caritas internationalis è presente con uno stand che fa da punto di riferimento per le Caritas di tutto il mondo. La delegazione più nutrita è quella di Secours catholique (Caritas Francia), con oltre 120 persone, ma anche dalle Caritas africane sono arrivati a centinaia. Tra gli stand, tante organizzazioni non governative cattoliche e laiche, perfino le Suore dell’Immacolata Concezione che vendono saponi e tessuti prodotti dalle donne senegalesi delle zone rurali.Tantissime religiose, sacerdoti e missionari. Come il comboniano padre Alex Zanotelli, ora parroco a Napoli dopo lunghi anni nelle baraccopoli di Nairobi, che ha partecipato ad un incontro sulle rivolte in Tunisia e si dice convinto “che si estenderanno sicuramente ad altri Paesi africani afferma al SIR -. Sono tutti a rischio, Senegal compreso, perché i prezzi dei cibi sono aumentati troppo e tra la gente c’è più consapevolezza dell’iniquità di un sistema neo-coloniale. Molti invitano ad imitare la Tunisia”. In un affollato incontro nel pomeriggio, l’ex presidente del Brasile Luis Ignacio Lula ha evidenziato “il fallimento del liberalismo”, invitando però a “non cedere alla tentazione di sostituirlo con un nazionalismo primitivo, conservatore, autoritario”. Dall’altra parte il presidente del Senegal Abdoullah Wade, 84 anni, da dieci anni al potere (il suo mandato scadrà nel 2012), ha voluto spiegare “perché un liberale ha aperto le porte del suo Paese al Forum sociale”, difendendo la sua posizione ed elencando una serie di successi contro la povertà, la fame, l’analfabetismo, non esattamente comprovati dai dati delle agenzie internazionali. Intanto oggi nell’isola di Gorée, vicino Dakar, luogo simbolico della tratta degli schiavi africani, un cartello di sindacati, associazioni ed Enti Locali italiani ha depositato una targa a ricordo del sacrificio di milioni di uomini e donne africane vittime della schiavitù transitate a Gorée: un “atto simbolico, di riconoscimento del debito che tutti noi abbiamo nei confronti dell’Africa”. I promotori tra i quali la Tavola della pace e il Coordinamento Italiano Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani – s’impegnano “a mettere a disposizione le proprie reti associative, le proprie esperienze, favorendo scambi culturali, opportunità di formazione e di cooperazione tra giovani”.Sir