La giornata di oggi, venerdì, dai musulmani dedicata alla preghiera potrebbe rappresentare una svolta per le sorti dell’Egitto. Spero che dalle moschee non vengano incitamenti tali che possano alzare ulteriormente la tensione e riaccendere gli scontri tra le opposte fazioni. Il Paese è in ginocchio anche economicamente. E’ l’auspicio, espresso al SIR, dal missionario comboniano, padre Luciano Verdoscia in Egitto da oltre sedici anni. E’ stato definito il venerdì della partenza: oggi, infatti, scade l’ultimatum delle opposizioni al rais perché abbandoni il potere. Ma Mubarak, in un’intervista all’emittente americana Abc, ha dichiarato che non lascerà il Paese, in quanto teme la salita al potere dei Fratelli Musulmani. La situazione al momento appare calma, la piazza viene riempiendosi di gente afferma il religioso ma circa le forze in campo regna molta confusione. Da una parte ci sono i manifestanti, in gran parte giovani e studenti, vogliosi di cambiare ma che non gradiscono all’interno delle loro fila la presenza dei Fratelli Musulmani. Entrambi, comunque, vogliono la caduta di Mubarak. Dall’altra, invece, ci sono i sostenitori di Mubarak, coloro i quali, in questi anni di regime, non hanno avuto particolari problemi godendo anche di vantaggi.Tra i fautori del presidente, si dice qui al Cairo, che ci siano anche agenti della polizia segreta e gente assoldata per manifestare. In giro ci sono ronde pro-Mubarak che fermano gli stranieri, li interrogano e li portano al comando dell’esercito. Particolarmente pericolosa è la situazione dei giornalisti rei, secondo i sostenitori del rais, di parteggiare per i manifestanti. Addirittura chi viene considerato pro-Usa rischia il linciaggio. Questa mattina racconta padre Verdoscia un nostro confratello è uscito per celebrare la messa, è stato fermato da una di queste ronde, gli è stato detto di mostrare il passaporto e quindi portato in caserma dove il funzionario gli ha consigliato di rientrare il casa. Dunque la prudenza è d’obbligo anche per noi missionari che abbiamo scelto di restare nonostante tutto. Va anche detto che non abbiamo subito attacchi o violenze contro le nostre Chiese. La sicurezza nei vari quartieri viene gestita da gruppi di persone che si sono organizzati per vigilare sulle case, negozi e proprietà. I negozi sono per lo più chiusi o aperti in determinate ore del giorno. Si riesce ancora a trovare quasi tutto. Le condizioni variano da quartiere a quartiere. Da quel che sappiamo in periferia e nei villaggi la situazione è pressoché normale. In questo quadro si inserisce la giornata di oggi che, a detta di padre Verdoscia, potrebbe dare un’ulteriore spallata al presidente. Spero che la situazione non degeneri in una vera e propria guerra civile. Qui la gente ha voglia di pace e non di scontri. Sono certo che il popolo riconoscerà chi vuole approfittare della situazione per gettare il Paese nel baratro. Credo in una soluzione saggia, giusta e pacifica. L’incognita odierna conclude – potrebbe essere rappresentata dai sermoni degli imam. Spero che gli animi restino calmi e non si vada verso una guerra civile.Sir